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LETTERATURA
PER L'INFANZIA
E
DALL'INFANZIA
LETTERA
A UNA PROFESSORESSA
(dagli
scolari della scuola di Barbiana nel Mugello)
Questo libro non è scritto per gli insegnanti ma per i genitori. E' un invito a organizzarsi. A prima vista sembra scritto da un ragazzo solo. Invece gli autori siamo otto ragazzi della scuola di Barbiana. Altri nostri compagni che sono a lavorare ci hanno aiutato la domenica. Dobbiamo ringraziare prima di tutto il nostro priore che ci ha educati, ci ha insegnato le regole dell'arte a ha diretto i lavori. Poi moltissimi amici che hanno collaborato in altro modo: per la semplificazione del testo, vari genitori. Per la raccolta dei dati statistici, segretari, insegnanti, direttori, presidi, funzionari del ministero e dell'Istat, parroci. Per altre notizie, sindacalisti, giornalisti, amministratori comunali, storici, giuristi
PARTE PRIMA
"La scuola dell'obbligo non può bocciare"
Cara
signora,
lei
di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti.
Più
tardi ho creduto che la timidezza fosse il male dei montanari. I contadini
del piano mi parevano sicuri di sé. Gli operai poi non se ne parla.
Ora ho visto
che gli operai lasciano ai figli di papà tutti i posti di responsabilità
nei partiti e tutti i seggi in parlamento.
Dunque
sono come noi. E la timidezza dei poveri è un mistero più antico. Non glielo
so spiegare io che ci son dentro. Forse non è né viltà né eroismo. E’ solo
mancanza di prepotenza.
I montanari
Alle
elementari lo Stato mi offrì una scuola di seconda categoria. Cinque classi
in un’aula sola. Un quinto della scuola cui avevo diritto. E’
il sistema che adoperano in America per creare le differenze tra bianchi
e neri. Scuola peggiore ai poveri fin da piccini.
Finite,
le elementari avevo diritto a altri tre anni di scuola. Anzi la Costituzione
dice che avevo l’obbligo di andarci. Ma a Vicchio non c’era ancora la scuola
media. Andare a Borgo era un’impresa. Chi ci s’era provato aveva speso un
monte di soldi e poi era stato respinto come un cane.
Ai
miei poi la maestra aveva detto che non sprecassero soldi: "Mandatelo
nel campo. Non
è adatto
per studiare".
Il primo giorno mi accompagnò lui. Ci si mise due ore perché ci facevamo
strada col pennato e la falce. Poi imparai a farcela in poco più di un’ora.
Barbiana, quando arrivai, non mi sembrò una scuola. Né cattedra, né lavagna,
né banchi. Solo grandi tavoli intorno a cui si faceva scuola e si mangiava.
Il più vecchio di quei maestri aveva sedici anni. Il più piccolo dodici
e mi riempiva di ammirazione. Decisi fin dal primo giorno che avrei insegnato
anch’io.
La vita era dura anche lassù. Disciplina e scenate da far perdere la voglia
di tornare.
Però chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito.
Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la
scuola fosse tutta solo per lui. Finché non aveva capito gli altri non andavano
avanti
Non c’era ricreazione. Non era vacanza nemmeno la domenica.
Finalmente andò via e Lucio che aveva 36
mucche nella stalla disse: "La scuola sarà sempre meglio della
merda".
Questa
frase va scolpita sulla porta delle vostre scuole. Milioni di ragazzi contadini
son pronti a sottoscriverla.
Tutta la vostra cultura è costruita così. Come se il mondo foste voi.
1 Polianski
= non sappiamo chi sia, ma sarà un famoso educatore.
pedagogia =
arte di educare i ragazzi
isiopsico...=
metà di un parolone che adoprò quel professore e che non ricordiamo intero.
2Abbiamo contato nella cifra
anche chi vive peggio dei contadini: cacciatori, pescatori, pastori
(Compendium of Social Statistics » ONU New York 1963).
L’anno
dopo ero maestro. Cioè lo ero tre mezze giornate la settimana. Insegnavo
geografia matematica e francese a prima media.
Per
scorrere un atlante o spiegare le frazioni non occorre la laurea.
Se
sbagliavo qualcosa poco male. Era un sollievo per i ragazzi. Si cercava
insieme. Le ore passavano serene senza paura e senza soggezione. Lei non
sa fare scuola come me.
Poi
insegnando imparavo tante cose.
Per
esempio ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne
tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia.
Dall’avarizia
non ero mica vaccinato. Sotto gli esami avevo voglia di mandare al diavolo
i piccoli e studiare per me. Ero un ragazzo come i vostri, ma lassù non
lo potevo confessare né agli altri né a me stesso. Mi toccava esser generoso
anche quando non ero.
A
voi vi parrà poco. Ma coi vostri ragazzi fate meno. Non gli chiedete nulla.
Li invitate soltanto a farsi strada.
I ragazzi di paese
Dopo
l’istituzione della scuola media a Vicchio arrivarono a Barbiana anche
ragazzi di paese. Tutti bocciati, naturalmente.
Apparentemente
il problema della timidezza per loro non esisteva. Ma erano contorti
in altre cose.
Per
esempio consideravano il gioco e le vacanze un diritto, la scuola un sacrificio.
Non avevano mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che andarci
è un privilegio.
Il
maestro per loro era dall’altra parte della barricata e conveniva ingannarlo.
Cercavano perfino di copiare. Gli ci volle del tempo per capire che non
c’era registro.
Anche
sul sesso gli stessi sotterfugi. Credevano che bisognasse parlarne di nascosto.
Se vedevano un galletto su una gallina si davano le gomitate come se avessero
visto un adulterio.
Comunque
sul principio era l’unica materia scolastica che li svegliasse. Avevamo
un libro di anatomia Si chiudevano a guardarlo in un cantuccio. Due pagine
erano tutte consumate.
Più
tardi scoprirono che son belline anche le altre. Poi si accorsero che è
bella anche la storia.
Qualcuno
non s'è più fermato. Ora gli interessa
tutto. Fa scuola ai più piccini, è diventato come noi.
Qualcuno
invece siete riusciti a ghiacciarlo un’altra volta.
3 libro di anatomia = libro che adoprano ‘gli studenti di medicina. Studia il corpo umano pezzo per pezzo.
Delle
bambine di paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della
strada. Forse la mentalità dei genitori. Credono che una donna possa vivere
anche con un cervello di gallina. I maschi non le chiedono d’essere intelligente.
E'
razzismo anche questo. Ma su questo punto non abbiamo nulla da rimproverarvi.
Le bambine le stimate più voi che i loro genitori
Gianni
aveva 14 anni. Svagato, allergico alla lettura, I professori l’avevano sentenziato
un delinquente. E non avevano tutti i torti, ma non è un
motivo per levarselo di torno.
Né
l’uno né l’altro avevano intenzione di ripetere. Erano ridotti a desiderare
l’officina. Sono venuti da noi solo perché noi ignoriamo le vostre bocciature
e mettiamo ogni ragazzo nella classe giusta per la sua età.
Si
mise Sandro in terza e Gianni in seconda. È stata la prima soddisfazione
scolastica della loro povera vita. Sandro se ne ricorderà per sempre. Gianni
se ne ricorda un giorno sì e uno no.
La
seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente programma.
A
geografia gli avreste fatto l’Italia per la seconda volta. Avrebbe lasciato
là scuola senza aver sentito rammentare tutto il resto del mondo. Gli avreste
fatto un danno grave. Anche solo per leggere il giornale.
4 Per
esempio nel 1962-63 in prima media furono promossi il 63;2% dei maschi e
iI7Q~/~. delle bambine. In
seconda media il 72,90/o dei maschi e l’80,5%
delle bambine (Annuario Statistico dell' Istruzione 1965 pag. 81).
5
La Piccola Fiammiferaia
= novella di Giovanni Cristiano Andersen scrittore danese del 1800. La
neve fiocca fiocca fiocca
= verso di una poesia di Giovanni Pascoli.
Sandro
in poco tempo s’appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza.
Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri
di seconda e prima. A giugno il "cretino"
si presentò alla licenza e vi toccò passarlo.
Gianni
fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l’odio
per i libri.
"Perché
vai a una scuola privata? Lo vedi che non ti sai esprimere?"
Lo
so anch’io che Gianni non si sa esprimere.
Voi
dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene
alla ditta.
"Non
si dice lalla, si dice aradio".
Ora,
se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua
potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciano dalla scuola.
Così
è stato il nostro primo incontro con voi. Attraverso i ragazzi che non volete.
Gli esami
A
giugno del terzo anno di Barbiana mi presentai alla licenza media come privatista.
Ma
davanti a quel tema che me ne facevo delle regole umili e sane dell’arte
di tutti i tempi? Se volevo essere onesto dovevo lasciare la pagina in bianco.
Oppure criticare il tema e chi me l’aveva dato.
Il
compito di francese era un concentrato di eccezioni (8).
7 Veramente
gli onorevoli costituenti pensavano a
Gli
esami vanno aboliti. Ma se li fate, siate almeno leali. Le difficoltà vanno
messe in percentuale di quelle della vita. Se le mettete più frequenti avete
la mania del trabocchetto. Come se foste in guerra coi ragazzi.
Quell’estate
ero stato a Grenoble a lavar piatti in una trattoria . M’ero trovato subito
a mio agio. Negli ostelli avevo comunicato con ragazzi d’Europa e d’Africa.
Nelle
vostre condizioni è meglio non adoprarli.
Più
tardi si seppe che avevano fatto soltanto
Se
fosse capitato un ispettore avrebbero fatto più figura loro di noi. L’ispettore
non esce dal programma. Eppure lo sapete voi e lui che quel francese non
può servire a nulla. E allora per chi lo fate? Voi per l'ispettore: Lui
per il provveditore. E lui per il ministro.
E'
l'aspetto più sconcertante della vostra scuola: vive fine a se stessa.
Anche
il fine dei vostri ragazzi è un mistero: forse non esiste, forse è volgare.
Giorno
per giorno studiano per il registro, per la pagella, per il diploma. E intanto
si distraggono dalle cose belle che studiano. Lingue, storia, scienze, tutto
diventa voto e null'altro.
Dietro
quei fogli di carta c'è solo interesse individuale. Il diploma è quattrini.
Nessuno di voi lo dice. Ma stringi stringi il succo è quello. Per studiare
bene nelle vostre scuole bisognerebbe essere arrivisti a 12 anni.
A
12 anni gli arrivisti son pochi. Tant'è vero che la maggioranza dei vostri
ragazzi odia la scuola. Il vostro invito volgare non meritava altra risposta.
Nella
classe accanto c'è una sezione di inglese. Più ingannati che mai.
Lo
so anch'io che l'inglese fa più comodo. Ma a saperlo. Non a cominciarlo
appena come fate voi. Altro che gufi e ciottoli. Non sapevano neanche dire
buonasera. E scoraggiati per sempre.
La
prima lingua straniera è un avvenimento nella vita del ragazzo. Deve essere
un successo, sennò guai. Noi
s'è visto che in pratica è possibile soltanto col francese. Ogni volta che
capitava un ospite straniero che parlava francese c'era qualche ragazzo
che scopriva la gioia di intendere.
La
sera stessa lo si vedeva prendere in mano i dischi di una terza lingua.
Il
più l'aveva in mano: voglia, certezza che è possibile sfondare, mente già
avviata nei problemi linguistici. Il
problema di geometria faceva pensare a una scultura della biennale: "Un
solido è formato da una semisfera sovrapposta a un cilindro la cui superficie
è tre settimi di quella...".
Non
esiste uno strumento che misuri le superfici. Dunque nella vita non può
accadere mai di conoscere le superfici e non le dimensioni. Un problema
così può nascere solo nella mente di un malato.
Nella
Nuova Media queste cose non si vedranno più: I problemi partiranno "da
considerazioni di carattere concreto".
Difatti
la Carla quest'anno alla licenza ha avuto un problema moderno a base di
caldaie: "Una caldaia ha la forma di una semisfera sovrapposta..."
E di nuovo si parte dalle superfici. Meglio un professore all'antica, d'uno
che crede di essere moderno perché ha mutato le etichette.
Il
nostro era all'antica. Fra l'altro gli successe che nessuno dei suoi ragazzi
riuscì a risolvere il problema. Dei nostri se la cavarono due su quattro.
Risultato: ventisei bocciati su ventotto.
Lui
raccontava in giro che gli era capitata una classe di cretini!
A
chi toccava tenerlo a freno?
Poteva
farlo il preside o il consiglio dei professori. Non lo fecero.
Potevano
farlo i genitori. Ma finché avete il coltello dalla parte del manico i genitori
staranno zitti. E allora o levarvi di mano ogni coltello (voti, pagelle,
esami) o organizzare i genitori.
Un
bel sindacato di babbi e mamme capace di ricordarvi che vi paghiamo noi
per servirci, non per buttarci fuori.
In
fondo sarebbe il vostro bene. Quelli che non ricevono critiche invecchiano
male. S'estraniano alla storia che vive e progredisce. Diventano quelle
povere creature che siete voi.
La
storia di quasi mezzo secolo era quella che sapevo meglio. Rivoluzione russa,
fascismo, guerra, resistenza, liberazione dell'africa e dell'Asia. E' la
storia in cui sono vissuti il nonno e il babbo.
Poi
sapevo bene la storia in cui vivo io. Cioè il giornale che a Barbiana
leggevamo ogni giorno, ad alta voce, da cima a fondo.
Sotto
gli esami due ore di scuola spese sul giornale ognuno se le strappa dalla
sua avarizia. Perché non c'é nulla sul giornale che serva ai vostri esami.
E' la riprova che c'è poco nella vostra scuola che serva nella vita.
Proprio
per questo bisogna leggerlo. E' come gridarvi in faccia che un lurido certificato
non è riuscito a trasformarci in bestie. Lo vogliamo solo per i nostri genitori.
Ma politica e cronaca, cioè le sofferenze degli altri valgono più di voi
e di noi stessi.
Quella
professoressa s'era fermata alla prima guerra mondiale. Esattamente al punto
dove la storia poteva riallacciarsi con la vita.E in tutto l'anno non aveva
mai letto un giornale in classe. Dovevano esserle rimasti impressi i cartelli
fascisti: "Qui non si parla di politica".
Una
volta la mamma di Giampiero le disse: "Eppure mi pare che il bambino
da che va al doposcuola comunale sia migliorato tanto". La sera a casa
lo vado leggere". "Leggere? sa cosa legge? la Costituzione! L'anno
scorso aveva per il capo le ragazzine, quest'anno la Costituzione".
Quella
povera donna pensò che fosse un libro sporco. La sera voleva far cazzottare
Giampiero dal suo babbo.
Quella
stessa professoressa a italiano voleva a tutti i costi le strane fiabe d'Omero
(11). Ma almeno fosse stato Omero. Era il Monti!
A
Barbiana non s'era letto. Solo una volta per ridere, si prese un testo greco
e si contò le parole di un canto. Centoquarantuno per cento! Ogni tre parole
due sono d'Omero, una è parto della testolina del Monti. Ma il Monti chi
è? Uno che ha qualcosa da dirci? Uno che parla la lingua che occorre a noi?
Peggio ancora: è uno che scriveva una lingua che non era parlata neppure
al tempo suo.
Un
giorno insegnavo geografia a un ragazzetto cacciato fresco fresco dalla
vostra media. Non sapeva nulla di nulla, ma per dire Gibilterra diceva Colonne
d'Ercole (12).
Se
lo immagina in Spagna a chiedere il biglietto a uno sportello ferroviario?
10
Loira
= fiume della Francia.
12 Colonne d'Ercole: i poeti antichi chiamavano così lo stretto
di Gibilterra. E' il passaggio tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico.
Quando
la scuola è poca il programma va fatto badando solo alle urgenze.
Pierino
del dottore ha tempo di leggere anche le novelle. Gianni no. Vi è scappato
di mano a 15 anni. E' in officina. Non ha bisogno di sapere se è stato Giove
a partorire Minerva o viceversa. Nel suo programma di italiano ci stava
meglio il contratto dei metalmeccanici. Lei signora l'ha letto? Non si vergogna?
E' la vita di mezzo milione di famiglie.
Che
siete colti ve lo dite da voi. avete letto tutti gli stessi libri. Non c'è
nessuno che vi chieda qualcosa di diverso.
Agli
esami di ginnastica il professore ci buttò un pallone e ci disse: "Giocate
a pallacanestro". Noi non si sapeva. Il professore ci guardò con disprezzo:
"Ragazzi infelici".
Anche
lui come voi. L'abilità di un rito convenzionale gli pareva importante.
Disse al preside che non avevamo "educazione fisica" e voleva
rimandarci a settembre.
Ognuno
di noi era capace di arrampicarsi su una quercia. Lassù lasciar andare le
mani e a colpi d'accetta buttar giù un ramo d'un quintale. Poi trascinarlo
sulla neve fin sulla soglia di casa ai piedi della mamma.
Mi
hanno raccontato di un signore a Firenze che sale in casa sua con l'ascensore.
Poi s'è comprato un altro aggeggio costoso e fa finta di remare. Voi in
educazione fisica gli dareste dieci.
Di
latino naturalmente ne sapevamo poco. La Camera l'aveva già seppellito da
due anni (14). Proprio in quell'anno avevano smesso di pretenderlo a Cambridge
e Oxford (15). Ma i contadini del Mugello dovevano saperlo tutto. Passavano
tra i banchi i professori solenni come sacerdoti. Custodi del lucignolo
spento. Io sgranavo gli occhi su quella gente strana. Non avevo mai incontrato
nulla di simile.
La Nuova Media
Abbiamo
letto la legge e i programmi della Nuova Media.
La
maggioranza delle cose scritte lì a noi ci vanno bene. E poi c'è il fatto
che la nuova media esiste, è unica, è obbligatoria, è dispiaciuta alle destre.
E' un fatto positivo.
Fa
tristezza solo saperla nelle vostre mani. La rifarete classista come l'altra?
La
media vecchia era classista soprattutto per l'orario e il calendario. La
nuova non li ha mutati. Resta una scuola tagliata su misura dei ricchi.
Di quelli che la cultura l'hanno in casa e vanno a scuola solo per mietere
diplomi. Però c'è un filo di speranza nell'articolo tre. Istituisce un doposcuola
di almeno dieci ore settimanali. Subito dopo lo stesso articolo vi offre
la scappatoia per non farlo: il doposcuola verrà attuato "previo accertamento
delle possibilità locali". Dunque la cosa è rimessa in mano vostra.
Nel
primo anno della nuova media il doposcuola ha funzionato in quindici comuni
sui 51 della provincia di Firenze. Nel secondo anno in sei comuni, raggiungendo
il 7,1% dei ragazzi. L'anno scorso in cinque comuni, 2,9% dei ragazzi (16).
Di doposcuola
comunali non ne esiste più (17).
Non
potete accusare i genitori. Hanno capito che non ci tenete. Se no, servili
come sono, v'avrebbero mandato i ragazzi non solo al doposcuola, ma anche
a letto.
16 "La
nuova scuola media al termine del primo triennio" Ufficio studi della
provincia di Firenze. Giugno 1966.
17
"...dopo qualche coraggiosa esperienza degli anni passati non più
ripetibile per il negativo atteggiamento dell'autorità tutoria, non esiste
più alcun doposcuola a gestione comunale"
(ivi pag. 5)
Il
sindaco di Vicchio, prima di riaprire il doposcuola comunale chiese il parere
degli insegnanti di Stato. Arrivarono 15 lettere. Tredici contro e due a
favore. Il motivo ricorrente era che se il doposcuola non è fatto bene è
meglio non lo fare.
I
ragazzi di paese erano per i bar e per le strade. Quelli di campagna nel
campo. Di fronte a questa situazione il doposcuola non può mai sbagliare.
E' buono tutto. E' buono perfino quell'aborto che voi chiamate scuola.
Se
siete contrari al doposcuola io vi consiglio di non lo far vedere. La gente
è maliziosa. Potrebbe pensare che fate lezioni private ai signorini.
Altri
hanno in odio l'eguaglianza. Un preside a Firenze ha detto a una signora:
"Non si preoccupi, lo mandi da me. La mia è la media meno unificata
d'Italia".
Giocare
il popolo sovrano è facile. Basta raccogliere in una sezione i ragazzi "
per bene". Non importa conoscerli personalmente. Si guarda pagelle,
età, luogo di residenza (campagna, città), luogo di origine (nord, sud),
professione del padre, raccomandazioni. Così vivranno nella stessa scuola
due, tre, quattro medie diverse. La A è la "Media Vecchia". Quella
che fila bene. I Professori più stimati se la leticano. Un certo tipo di
genitori si dà da fare per metterci il bambino. La B è già un po' meno e
così via.
Tutta
gente onorata. Il preside e i professori non fanno per sé, fanno per la
Cultura.
Neanche
quei genitori fanno per sé. Fanno per l'avvenire del bambino. Farsi strada
a gomitate non sta bene, ma se si fa per lui diventa un dovere sacro. Avrebbero
vergogna a non lo fare.
I
genitori più poveri non fanno nulla. Non sospettano nemmeno che queste cose
esistano. Anzi sono commossi. A tempo loro in campagna c'era solo la terza.
Se
le cose non vanno, sarà perché il bambino non è tagliato per gli studi.
"L'ha detto il professore. Che persona educata. Mi ha fatto sedere.
Mi ha mostrato il registro. Un compito pieno di freghi blu. A noi non c'è
toccato intelligente. Pazienza. Andrà nel campo come siamo andati noi".
Statistica
A
questo punto lei ci obietterà che siamo capitati a far gli esami in scuole
particolarmente disgraziate. Che per l'appunto anche da fuori ci son venute
notizie tutte tristi. Che lei conosce decine di episodi veri come i nostri,
ma che dimostrano il contrario. Allora facciamo così: abbandoniamo noi e
lei le posizioni troppo passionali e scendiamo sul terreno scientifico.
Riprendiamo il nostro racconto da capo, ma questa volta in cifre.
L'incarico delle statistiche l'ha preso Giancarlo. Ha 15 anni. E' un altro
di quei ragazzi di paese che voi avete sentenziato disadatto agli studi.
Da
noi carbura bene. Per esempio ora è quattro mesi che è immerso in queste
cifre. Non gli pare arida nemmeno la matematica. Il miracolo educativo che
abbiamo operato in lui ha una ricetta ben precisa. Noi gli si é offerto
di studiare per uno scopo nobile: sentirsi fratello di 1.031.000 bocciati
insieme a lui e godersi le gioie della vendetta per sé e per loro (18).
Decine di Annuari Statistici, decine di scuole visitate, altre raggiunte
per corrispondenza, viaggi al Ministero e all'ISTAT per i dati mancanti,
giornate intere alla calcolatrice (19).
Altri
prima di noi avevano fatto lavori del genere. Ma son quei poveretti che
non sanno tradurre i risultati in lingua di ogni giorno. Noi non li abbiamo
letti. Voi insegnanti nemmeno. Così nessuno di voi ha un'idea chiara di
quello che avviene nella scuola.
Si fece notare un professore che era venuto in visita da noi. S'offese a
morte: "E' tredici anni che insegno. Ho conosciuto migliaia di ragazzi
e genitori. Voi vedete le cose dal di fuori. Non siete addentro nei problemi
della scuola".
Allora è addentro lui che ha conosciuto solo i ragazzi già selezionati.
Più ne conosce e più vede distorto.
La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde.
La
vostra "scuola dell'obbligo" ne perde per strada 462.000 l'anno
(20). A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi che li perdete
e non tornate a cercarli. Non noi che li troviamo nei campi e nelle fabbriche
e li conosciamo da vicino.
I
problemi della scuola li vede la mamma di Gianni, lei che non sa leggere.
Li capisce chi ha in cuore un ragazzo bocciato e ha la pazienza di metter
gli occhi sulle statistiche. Allora le cifre si mettono a gridare contro
di voi. Dicono che di Gianni ce n'è milioni e voi siete stupidi o cattivi.
20 La cifra è tratta dalla tavola A col procedimento della tavola C.
Temendo
che le tavole statistiche le restassero indigeste le abbiamo messe in appendice.
Qui nel testo le riduciamo a misura umana. Grandi quanto ce ne sta in un'aula
che si abbraccia con uno sguardo affezionato (21).
La
piramide abbiamo preferito tenerla qui (22). E' un simbolo che si imprime
agli occhi.
Dalle
elementari in su sembra tagliata a colpi d'ascia. Ogni colpo una creatura
che va a lavorare prima di essere uguale.
Ma
la piramide ha il difetto che mette sullo stesso foglio i ragazzi di 6 e
30 anni. Colpe vecchie e nuove. Proviamo allora a inseguire una leva di
ragazzi lungo gli otto anni della scuola dell'obbligo. Mancando i dati più
recenti seguiamo la leva 51 (23).
Entriamo
il primo ottobre in una prima elementare. I ragazzi sono 32. A vederli sembrano
eguali. In realtà c'è già dentro 5 ripetenti.
A
sette anni, col grembiulino e il fiocco, già segnati col marchio del ritardo
che pagheranno caro alle medie.
Prima
di incominciare mancano già tre ragazzi. La maestra non li conosce,
ma son già stati a scuola. Hanno assaggiato la prima bocciatura e non son
più tornati.
Se
fossero tornati sarebbero con lei. In un certo senso li ha persi. Come si
dice perso un mancato guadagno.
Anche
nelle classi seguenti si ripeterà lo stesso fatto. Se fossimo cattivi potremmo
contarvi ogni anno il doppio dei ragazzi persi: quelli che avete cacciato
voi e quelli che mancano tra i ripetenti.
Se
foste buone sareste voi a contarli (24).
Quelli
che non son mai venuti a scuola non li contiamo. Non ne esiste una rilevazione
su scala nazionale. Pare però che siano pochi. Per esempio qui in Mugello
Giancarlo non ne ha trovati.
Comunque
per loro non avremmo da rimproverarvi. Sarebbe colpa d'altri. Soprattutto
dei parroci che hanno presente tutti il popolo e possono convincere i genitori
o denunciarli
21
Abbiamo cioè immaginato che una prima elementare
del 1957-58 di 32 ragazzi. Cioè 29.900 volte più piccola del vero.
Anche le cifre seguenti sono in sc. 29.900.
Chi preferisce le cifre originali le troverà in appendice alla tavola
C 1951.
22
I dati per disegnare la piramide sono tratti dall'Annuario Statistico
dell'Istruzione 1965.
23 La leva '52 sarebbe stata meglio perché è quella che ha
inaugurato la Nuova Media. Mancano ancora troppi dati per poterla studiare
a fondo. Per ora un confronto
tra le due medie è possibile solo sulle prime. E'sufficiente per dimostrare
che non è cambiato nulla di sostanziale. Nella prima 62-63 (Vecchia
Media)i bocciati furono il 33,3%. Nella prima 63-64 (Nuova Media) il
28,8%.
24 Per maggiori spiegazioni vedi in appendice le tavole B e C e le
loro note
A
giugno la maestra boccia 6 ragazzi (25). Disobbedisce alla legge del 24
dicembre 1957 che invita a portarseli dietro per i due anni del primo ciclo
(26).
Ma
la maestrina non accetta ordini dal popolo sovrano. Boccia e parte per il
mare.
Bocciare
è come sparare in un cespuglio. Forse era un ragazzo, forse una lepre. Si
vedrà a comodo. Fino all'ottobre seguente non sapete cosa avete fatto. E'
andato a lavorare o ripete? E se ripete gli farà bene o male? Si farà le
basi per seguitare meglio o invecchierà malamente su programmi non adatti
per lui?
25
abbiamo visto che la prima dell'anno precedente aveva invece 8 bocciati
(3 persi più 5 ripetenti). La differenza è dovuta al minor numero di nati
del '51 e di ripetenti
del 57-58. Qui
nel testo per semplificare chiamiamo bocciati anche i ragazzi che si son
ritirati durante l'anno. Nella documentazione le
due categorie sono invece distinte.
26 La scuola elementare è divisa in due cicli: I e II (primo ciclo),
III IV e V (secondo ciclo) "L'insegnante non ammette l'alunno alla
classe successiva dello stesso ciclo soltanto
in casi eccezionali (numero rilevante delle assenze, minorazioni psicofisiche su
ciascuno dei quali fornisce al direttore didattico
motivata relazione scritta". Nei primi 5 anni di applicazione della
legge i bocciati sono stati il 15,14%, quelli di seconda classe il
16,88%. In una scuola funzionante (classi
differenziali, ecc.) come quella di Vicchio i bocciati di prima scendono
alò 6.9% (1965-66).
27 Da qui in poi potrà essere utile tenere sott'occhio il disegno
di pag. 56 o meglio ancora la tavola D.
28 Nel nostro testo Pierino è il simbolo dei 30.000 ragazzi che ogni
anno saltano la prima. Vedi tavola E e sua nota.
29 Cromosomi: quei cosini microscopici che fanno somigliare
i figlioli ai genitori.
Forse
la maestra non se ne dà pensiero perché li sa al sicuro nella classe accanto.
Forse se li è già dimenticati. Per lei che ne ha 32, un ragazzo è una frazione.
Per il ragazzo la maestra è molto di più. Ne ha avuta una sola e l'ha cacciato.
Gli
altri due non sono tornati a scuola. Sono a lavorare nei campi. In tutto
quello che mangiamo c'è un po' della loro fatica analfabeta.
In
tutto 6 mamme hanno già saputo che cos'è la vostra scuola. quattro si son
viste il bambino sradicato dalla sua classe e dai suoi affetti. Esiliato
a invecchiare tra i compagni sempre più giovani.
Due
se lo son visto tagliato fuori per sempre.
Le
mamme non sono sante. Non vedono più in là del loro uscio. E' un difetto
grosso. Ma il bambino è di qua dall'uscio. Lui almeno non lo potranno mai
dimenticare.
La
maestra invece è difesa dalla sua smemoratezza di mamma a mezzo servizio.
Chi manca ha il difetto che non si vede. Ci vorranno una croce o una bara
sul suo banco per ricordarlo.
Invece
al suo posto c'è un ragazzo nuovo. Un disgraziato come lui. La maestra gli
s'è già affezionata.
Le
maestre sono come i preti e le puttane. Si innamorano alla svelta delle
creature. Se poi le perdono non hanno tempo di piangere. Il mondo è una
famiglia immensa. C'è tante creature da servire.
E'
bello vedere di là dall'uscio della propria casa. Bisogna soltanto essere
sicuri di non aver cacciato nessuno con le nostre mani.
Alla
fine delle elementari 11 ragazzi hanno già lasciato la scuola per colpa
delle maestre. "La scuola è aperta a tutti. Tutti i cittadini hanno
diritto a otto anni di scuola. Tutti i cittadini sono uguali". Ma quegli
11 no.
Due
hanno eguaglianza zero. Per firmare anno una croce. Uno ha un ottavo di
eguaglianza. Sa firmare. Gli altri hanno 2, 3, 4, 5 ottavi di eguaglianza.
Leggono un po' alla meglio, ma non leggono il giornale.
Neanche
uno di loro è figlio di signori. La cosa è così evidente che fa sorridere.
I contadini hanno avuto gli assegni familiari solo ora (30). Cinquantaquattro
lire al giorno per figliolo. Gli operai ne prendono 187 (31).
Non
sarà la maestra che ha messo queste leggi. Ma lo sa che ci sono. A ogni
bocciatura ha messo i poveri in tentazione d'andarsene. I ricchi no.
La
tentazione del lavoro pesa sui poveri in età diverse secondo se sono contadini
o operai. Gli 11 ragazzi che sono andati a lavorare nei cinque anni delle
elementari avevano dai sette ai quattordici anni. La maggioranza erano contadini
o comunque gente che vive in case isolate dove c'è sempre qualche faccenda
da dare anche a un bambino piccolo (32).
Lo
Stato s'è scordato di loro. Non li scrive più nel registro scolastico e
non li scrive ancora in quello delle forze di lavoro. Eppure lavorano e
fra le righe della legge si scopre che si sa, ma non si dice.
La
legge 29-1-1961 "sulla tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli"
proibisce il lavoro prima dei 15 anni. Non vale per l'agricoltura. E' giusto.
La razza inferiore non ha fanciulli. Siamo tutti uomini prima del tempo.
L'articolo 205 del testo unico INAIL stabilisce che ai contadini si paga
l'infortunio sul lavoro dai 12 anni in su. Dunque si sa che lavoriamo.
30
1° gennaio 1967.
31 Gli
assegni sono i realtà un po' più alti. Ma si riscuotono solo nei giorni
lavorativi mentre i figlioli dei poveri hanno il vizio di mangiare anche
di domenica.
32
Non occorre provarlo. Comunque nella tavola a pag. 43 vedi una nostra rilevazione
su un comune della provincia di Firenze (anni scolastici 1963-4, 1964-5,
1965-6). Nella categoria "super" abbiamo messo impiegati (piccoli
e grandi), insegnanti, professionisti, imprenditori, dirigenti.
Nonostante
tutti questi persi, sulla piramide il colpo d'occhio fa onore ai maestri
elementari. La forma di piramide comincia solo alle medie. Difatti a prima
la maestra aveva 32 ragazzi. A quinta ne ha 28. Si direbbe che ne abbia
persi 4 soli. La realtà è che ne ha persi 20 (33). Come si possa perdere
20 ragazzi su 32 e averne ancora 28 è un mistero che va spiegato (34).
Provi
a guardare un lago sull'atlante. sembra tant'acqua e invece è esattamente
quella del fiume. Ha solo rallentato. Perde tempo, occupa tanto posto. Poi
riprende a correre e si vede che è un fiume uguale a prima.
Il
lago sono le scuole elementari. Se un ragazzo passa sempre occupa 5 banchi.
Se ripete ne occupa 6, 7, 8... Pierino benemerito ne occupa 4 soli.
Quando
smetterete di bocciare risolverete il un colpo anche il problema delle aule.
33
Questo dato è tratto come gli altri dalle statistiche su scala nazionale.
E' perciò inferiore al vero perché non vi appaiono le migrazioni interne
(sud- nord, montagna-pianura,
campagna-città).
34
Il prof. Dino Pieraccioni membro del Consiglio Superiore dell'Istruzione
ha dichiarato a un giornalista (15-2-1967) . "... scarso livello di
preparazione dei ragazzi della
scuola elementare, dove, com'è noto, nessuno o quasi viene bocciato".
Tutto
il problema si capisce meglio sulla tavola a colori. Se tutto andasse bene
ogni colonna sarebbe di un colore solo. E' invece c'è un mucchio di colori
fuori posto.
Provi
a interessarsi solamente del giallo. Sono i nati nel 50. La strisciolina
gialla fuori posto a sinistra sono i pierini.
La
parte grossa che vien giù verticale sono i ragazzi dell'anno giusto. Sono
quelli che non sono stati mai bocciati. s'assottiglia sempre. A terza media
è già un gruppetto privilegiato quasi quanto i pierini.
La
sventagliata di gialli a destra sono i ripetenti.
La
mamma di Gianni ha visto il grafico. Le abbiamo detto che il giallo è Gianni.
L' ha seguito col dito. a ogni bocciatura un po' più a destra. Sempre più
lontano, più isolato, più diverso.
Per
la maestra è spazzatura che ha scaricato gentilmente sulle colleghe. Ma
chi la fa l'aspetti. Da sinistra glie n'è arrivata pressappoco altrettanta.
In
tutto nei cinque anni, ha avuto per le mani 48 ragazzi e ne consegna 23
(35) . I 29 Gianni le son passati per la classe trasversalmente senza lasciare
traccia. Dei 32 ragazzi che ha avuti in consegna in prima gli n'è rimasti
19.
E'
alle medie che appare il danno che hanno avuto i 18 dispersi nelle leve
seguenti. Sono invecchiati. E invecchiare è proibito. Finché l'obbligo scolastico
era 5 anni era diverso. Sei più 5 fa undici. Prima dell'età del lavoro c'era
ancora spazio per due o tre bocciature. Oggi invece 6 più 8 quattordici.
Il libretto di lavoro si può fare a 15 anni (36).
All'apparenza
c'è ancora spazio per bocciare una volta. Ma a questo punto occhio al mese
di nascita. Il più grande dei ragazzi iscritti a prima elementare in regola
è di gennaio. Ha sei anni e nove mesi.
Contandoli
a uno a uno si scopre che tre quarti dei ragazzi si iscrivono a prima con
più di sei anni (37). Non possono bocciare neanche una volta.
Se
la maestra muore dalla voglia di bocciare potrebbe sfogarsi sui figlioli
dei ricchi.
Io
lo concorderei con i genitori: "Pierino è piccolo, davanti alle scelte
della vita arriverà immaturo. Che ne dice dottore se lo fermassimo un anno?".
Non
vedo l'ora di diventare maestro per levarmi questa soddisfazione. Magari
con un nipotino suo.
Ma
la maestra non la pensa come me. Pierino passa sempre (38). Strano. Lui
che è così giovane. A sentire gli psicologi dovrebbe essere in difficoltà
(39). Potenza dei cromosomi di dottore! Pierino si è trovato in quinta a
nove anni (40). E' vissuto sempre tra compagni più maturi. Non è maturato,
ma si è allenato a affrontare adulti. E' di quelli che saranno disinvolti
con lei.
Gianni
invece è stato sempre a scuola con bambini più piccoli di lui. Fa un po'
il prepotente con loro, ma davanti ai giornalisti non apre bocca.
In
prima media i ragazzi sono 22 (41). Per la professoressa son tutti visi
nuovi. Degli 11 persi lei non sa nulla. anzi è convinta che non manchi nessuno.
Qualche volta brontola: "Ora che vengono a scuola tutti non è possibile
far scuola. arrivano dei ragazzi analfabeti".
Ha
studiato latino, ma non ha mai visto un Annuario Statistico.
E
non le basterebbe. Bisogna che si studi anche le età sul registro. Ci son
visucci puerili e corporature esili che ingannano.
All'anagrafe
non guardano in faccia. Chi ha l'età riceve il libretto di lavoro. Le può
scappare di scuola da un momento all'altro.
Il
meglio sarebbe che ogni ragazzo portasse un cartello: " Ho 13 anni,
non mi bocci".
Ma
il cartello non lo porta nessuno. E i professori sul registro non guardano
l'anno di nascita. Guardano i voti. Forse
qualcuno è in buona fede. Forse addirittura s'è proposto di salvare i più
vecchi. Poi lì davanti a un compito pieno di errori s'è dimenticato tutti
propositi.
Il
fatto è che la bocciatura colpisce inesorabilmente i ragazzi più vecchi
(42). quelli che hanno il lavoro a portata di mano. Invece passano quei
ragazzucci che sono in regola con l'età. Non hanno avuto motivo di bocciare
negli anni scorsi. Non l'anno nemmeno ora.
La
loro casa non è proprio come quella di Pierino, ma è evidente che ci manca
poco.
La
classe vien falciata così (43).
Bocciando
i più vecchi i professori hanno colpito anche i più poveri.
abbiamo
fatto una rilevazione sul mestiere del babbo degli invecchiati nelle elementari.
I
risultati si leggono nella pagina a pag. 52 (44).
Gianni
ha ormai 14 anni e dovrebbe ricominciare la prima media. A questo punto
seguitare diventa quasi assurdo. Anche passando sempre finirebbe le medie
a 17 anni.
La
noia della scuola è al colmo. Il lavoro è facile a trovarsi (45). Tra pochi
mesi è anche legale.
Gianni
sa bene che non è bello lavorare, ma ha voglia di riportare la busta. Gli
secca d'essere rimproverato d'ogni soldo che spende. I genitori stessi insistono
sempre più debolmente. Ci voleva in loro e nei ragazzi una costanza che
è di pochi. Una passione per gli studi nata da sé e così forte da non lasciarsi
abbattere dagli insuccessi.
Ci
voleva una mano da parte vostra. La mano l'avete stesa per farlo ruzzolare.
Forse
non ne avevate l'intenzione. Certo ha colpa anche la maestra che ve l'ha
consegnato così vecchio. Avrà colpa anche il mondo, avrà colpa anche Gianni.
Ma
quando la professoressa vede un ragazzo a servirla dell'ortolano non vorrei
esser lei che l'ha bocciato.
Sarebbe
tutta un'altra cosa potergli dire: "Perché non torni a scuola? Ti ho
passato apposta perché tu tornassi. Senza di te la scuola non sa di nulla".
36 Ma
attenzione. Qualcuno potrebbe trovar lavoro illegalmente anche a 13-14 anni.
E perfino "legalmente". Nell'anno da noi considerato c'erano 129.000
ragazzi dai
10 ai 14 anni che lavoravano con autorizzazione speciale! ("Rilevazione
nazionale delle forze di lavoro 20 ottobre 1962" ISTAT 1963).
37
Il dato è semplificato supponendo che il numero dei nati sia eguale ogni
mese e che tutti iscrivano i ragazzi a prima non appena abbiano l'età legale.
Mancando una
rilevazione nazionale abbiamo provato a farla in due comuni vicini ottenendo
cifre superiori ai tre quarti (78% e 81%).
38
Prima prova:Fin dall'idoneità alla seconda Pierino è passato più
facilmente che non gli interni. Per esempio nell'anno 62-63 furono promossi
l'87,6% degli interni
e il 96,9% dei privatisti. Il fenomeno del vantaggio dei privatisti si ripete
per tutte le elementari. Dalla media inpoi avviene il contrario ("Annuario Statistico
Italiano 1965" tav.90 e 97). Seconda
prova: Il numero dei pierini non diminuisce anzi tende a aumentare (se ne
aggiunge qualcuno che salta un anno). In seconda
(59-60) ci sono 30.000 pierini.
Quattro anni dopo in prima media 34.000 (vedi tavola E).
39
Psicologi: quelli che pensano di poter studiare in modo scientifico l'animo
dell'uomo.
40 Qui e nell'illustrazione che segue le età sono riferite all'ottobre.
La ripartizione per età è tratta da "Distribuzione per età degli alunni
delle scuole elementari e medie"
ISTAT 1963 (nostra tavola E).
41
Perché il quadro dei ragazzi persi resti più chiaro conserviamo anche per
le scuole medie la scala 1: 29.000. In realtà alle medie il numero delle
sezioni è molto diminuito
e diminuisce ancora lungo il corso. Per questo gli insegnanti non vedono
mai classi così piccole e non riescono a farsi un'idea
della selezione ce è stata operata.
43 Nel
disegno le età sono riferite alla fine dell'anno per cui i pierini hanno
ormai 11 anni e così via. Il disegno si basa sulla tavola E per la divisione
secondo l'età e sulla
tavola F per l'età dei bocciati.
44
I dati si riferiscono alle III, IV e V elementari di 35 scuole della provincia
di Firenze, Milano, Mantova per un totale di 2252 ragazzi (anni scolastici
1965 - 6, 1966-7). Per
la categoria "super" vedi nota 32 a pag. 44.
45
Con l'attuale disciplina dell'apprendistato (legge del gennaio 1955) l'assunzione
degli apprendisti è diventata conveniente. Nelle zone più sviluppate i ragazzi vengono
cercati anche a casa mentre forse il babbo manovale ha difficoltà a trovare
lavoro. Per esempio. in provincia di Firenze, Prato ha due primati:
quello dello sviluppo industriale e quello dell'evasione all'obbligo
scolastico (vedi "l'adempimento dell' obbligo scolastico" Ufficio
Studi della provincia di Firenze 1966).