La
reputazione leggendaria. La caparbietà con cui è fuggita
dall’ospedale per andare a relazionare al mondo la altrettanto
leggendaria “cattura del bosone”. Time mette Fabiola Gianotti
tra le persone dell’anno. In un olimpo mondiale, accanto a Barack
Obama, Malala
Yousafzai, la quindicenne pakistana gravemente ferita dai talebani
lo scorso 9 ottobre, Tim Cook, Ceo di Apple, e il presidente egiziano
Mohamed Morsi. E per raccontare la fisica italiana, Time
comincia da quel terribile mal di denti con cui Fabiola Gianotti
ha lottato nei giorni che precedono il seminario annuale del Cern
in cui avrebbe dovuto presentare la notizia del secolo, il lavoro
di migliaia di scienziati guidati proprio da lei, una donna scienziato.
Quasi che anche la scienza se portata alla luce da una donna dovesse
seguire il dettato biblico: «partorirai con dolore». Fabiola
Gianotti, TIME’s
Person of the Year, incarna soprattutto, per donne e uomini, la
capacità di “inseguire i sogni”. O se vogliamo
l’intelligenza di dare forza propulsiva alle utopie. Personali
e condivise. Con cocciutaggine, certo, e quella è forse la
metafora cosmopolita del bosone di Higgs. Con specializzazione e insieme
visione, questa è qualità umana e umanistica, come la
biografia della scieziata del Cern ha raccontato e racconta. |