IL
TERMOMETRO DEI TEMPI, 50E50…
di Wanda Montanelli
Raggiunte
le firme necessarie, ed oltre, siamo incoraggiate a seguire
con la stessa energia il nuovo cammino che la proposta di legge
di iniziativa popolare deve percorrere in Parlamento, affinché
sia posta in calendario per la discussione e approvazione.
La
decisione dell’Udi di dare inizio a questa campagna che
ha una spinta sociale e una finalità socio-politica è
stata, ed è, un atto di coraggio. Le donne vi hanno messo
il cuore e l’intelligenza. Si sono impegnate, ognuna secondo
le proprie modalità, i propri tempi organizzativi; si
sono spese, perché credono in questo progetto e intendono
spronare la realizzazione di quella società realmente
aperta al contributo femminile che norme costituzionali, leggi
europee, regolamenti e testi sulle pari opportunità prevedono;
ma che nessuno si è impegnato, non dico a realizzare,
ma nemmeno a non ostacolare.
Anticipando
i tempi, la campagna 50E50.. sta, nei fatti, compiendo un’azione
che precorre (ma corre anche in parallelo) il clima fiutato
da Veltroni, messo in pratica da Sarkozy e Zapatero in Europa,
agito da Berlusconi che sa prima degli altri misurare il termometro
della convenienza politica associata ai tempi mediatici, e da
comunicatore attento ha “assunto” (assunzione aziendale
di opportunità di marketing) una donna dai capelli rossi
(Brambilla), ha sponsorizzato la portavoce di Storace (Santaché),
ha nominato un’altra donna a capo delle P.O. del suo partito
(Carfagna), e da queste e altre figure femminili (Gardini, Santarelli),
si fa seguire nell’iniziativa verso la fondazione di un
cosiddetto nuovo partito che poi nuovo non è. Ma non
ci interessa. Non è l’elogio di Berlusconi che
si intende muovere. Altri partiti prima del suo hanno riconosciuto
il ruolo delle donne dandogli dignità, perché
qualche isola dell’intelligenza sociale esiste. Semplicemente
si sottolinea il tempo giusto per fare le cose, la maturazione
di un processo, che la campagna 50E50 ha riproposto dando concretezza
alle progettualità, alle idee, e compiendo un’operazione
di smascheramento delle ipocrisie di coloro i quali, a parole,
sono favorevoli alla parità tra i generi, ma di fatto
spesso in maniera dissimulata la ostacolano.
Vi
è concretezza e tempistica nell’iniziativa 50E50
perché 130 mila firme sono oggetti tangibili, non chiacchiere.
Sono un fatto. Un fatto compiuto che pone la questione all’ordine
del giorno. Come dire ai partiti fintamente democratici, ai
falsi enunciatori di società plurali “Voi continuate
pure a chiacchierare e promettere; noi intanto diamo corpo al
progetto che dite di voler realizzare. Continuate pure a dirlo,
nel frattempo noi raccogliamo 50mila belle, vere, efficaci firme.
Firme di donne e uomini che si aspettano da questo un cambiamento”.
Poi l’entusiasmo ha portato a lavorare alacremente e raggiungere
ad oggi, 130mila sottoscrizioni, autenticate e “lavorate”
con tanto di numero di scheda elettorale accanto a ogni nome.
L'importante
risultato sia stato raggiunto grazie al lavoro e alla passione
civile delle tantissime donne che in ogni parte d'Italia hanno
saputo organizzarsi e impegnare il loro tempo
libero per l'obiettivo comune. Da promotrici dell'iniziativa
siamo state ricevute dal vice presidente del Senato Milziade
Caprili, al quale abbiamo illustrato il senso della nuova legge
spiegando che su di essa e sulla sua approvazione molte donne
ripongono grande fiducia e giovedì 29, una fila indiana
di donne con le 30 casse di sottoscrizioni consegnerà
formalmente la proposta di legge al Senato della Repubblica.
I
tempi sono ormai maturi per realizzare una società in
cui le donne non siano più escluse dalle decisioni importanti
ed è necessario che la legge di iniziativa popolare venga
inserita già nel dibattito sulla nuova legge elettorale.
Il nuovo assetto istituzionale non sarà compiutamente
realizzato se non si terrà conto di questo passo ormai
indispensabile per normalizzare la società italiana e
i suoi luoghi istituzionali ovviando alla grave anomalia costituita
dalla non presenza di donne nei luoghi dove si pianifica il
destino di tutti.
Da
"Orizzonti Nuovi" del 30/11/2007
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