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FRANCESCO FA BENE ALL'ITALIA
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Berlusconi
quando sorride è simpatico. Quando ride davvero e non sta in posa... Peccato.
Con tutti i soldi che spende nessuno gli dà un buon consiglio. I cartelloni
che hanno invaso le strade sono brutti. Quasi tutti brutti. Surgelati. Credo
che sappia che sono poco attraenti. Ci si aspetta da lui sempre il massimo dell’efficienza
in fatto di pubblicità eppure quei cartelloni non si possono guardare. Forse
il cavaliere aveva fretta di invadere le strade, di occupare i posti migliori
e non ha badato alla scelta accurata dei fotogrammi. Chissà quante istantanee
ha a casa che sono migliori delle foto che ha esposto appiccicate ai mega cartelli.
Ne ho visto uno buono di Gianfranco Casini. Poi alcuni di Rutelli della seconda
ondata. Quelli in mezzo alla gente sono vivi spontanei. In uno la qualità del
fotogramma non è eccellente, ma è valido il contesto, l’espressione di giovane
militante ambientalista, la verità che esprime.
Abbiamo
tutti bisogno di verità. Il mondo ormai ci ha sopraffatto con le messe in scena,
le parole dette per scopi nascosti, i giochi televisivi dove la gente litiga
per finta o le diatribe politiche in cui si ingarbugliano talmente i fatti che
poi è difficile raccapezzarsi.
Berlusconi.
Certe volte anche lui riesce ad essere vero. A parte il fatto che è bravissimo
a giocare il suo ruolo anche quando dice qualche bugia. Montanelli una volta
scrisse sul "Corriere della Sera" che Berlusconi mente "per principio".
E forse non è così. Credo piuttosto che, come tutte le persone dotate di grande
fantasia si innamora delle sue tesi, ne cerca il conforto della prova e quando
non la trova la immagina. Ma in maniera così particolareggiata che se ne convince.
Questo perché davvero crede in ciò che racconta. A forza di raccontare a noi
stessi e agli altri storie fantasiose queste poi assumono aspetti di verità.
Accade di ripetere, reiterare, ribadire; dire e aggiungere; riaffermare in molti
luoghi diversi fino a che si perde la traccia di chi sia stato il primo a portare
in giro una certa teoria. Ma chi lo ritrova più il principio? Le bugie corrono
veloci e arrivano lontano lontano. Fino a che tornano all’origine magari con
aggiunta e arricchimenti di particolari. E questo è il momento in cui finalmente
si ascolta dire dagli altri la verità che ci piace, che non è più nostra, e
diventa tangibile. Ci conforta la conferma ciò che sapevamo già un po’, ma che
essendo estranea a noi raddoppia l'efficacia. Ricordate il "telefono senza
fili" che ci divertiva da bambini?
E'
da lì che abbiamo imparato.
Greenberg
non fa niente per cambiare Rutelli. Il guru della comunicazione poteva forse
cercare trasformare il candidato premier. Avrà ritenuto che non c’é niente da
fare. Rutelli è così. Prendere o lasciare. Dei piccoli consigli si possono intuire.
Come quello di lasciare che i capelli un po’ brizzolati al naturale lo facciano
apparire più maturo. Eh sì perché uno dei guai di Rutelli è che è giovane, ma
i suoi anni li porta pure bene. Si ammirano di più gli uomini dal viso sofferto,
pensoso. Perché non siamo abituate agli uomini belli in politica. Chissà come
la pensano tutti i brutti o i mediocri d’Italia. Che si fa noi donne quando
si vede una donna bellissima? Per autoconsolarci magari immaginiamo che è troppo
bella per essere anche intelligente. Così potrebbe accadere per Francesco Rutelli.
Lui
ha detto. Se devo dire la critica, o l’avversione che sento più
riflettersi su di me, non è tanto una reazione di odio, ma un’irritazione nella
quale sento una valutazione: in fondo questo Rutelli non ha molta consistenza...
Ed è stata una critica, in un certo senso, anche positiva per me: sono stato
in parte sottovalutato, sia per il fatto generazionale, sia perché può far comodo
pensare che sia il frutto di una combinazione, la mia vicenda politica. Invece
è il frutto di un lavoro durissimo, e anche di una ricerca interiore" (
Nadia Tarantini - Roma 1996 Viviani editore, pag. 165).
Però
andiamoci piano col bello. Diciamo che Francesco rispetto alla media
ha un bell'aspetto fisico, ma la media è molto molto bassa tra
i politici. Buttiglione per esempio, non si può dire che sia brutto, ma è racchio!
C’è una barzelletta divertente in cui gli fanno dire: "Io sono così di
natura, assomiglio a mio padre. Sono scorfano di padre".
Certo
se Francesco Rutelli assomigliasse al Jack Nicholson del film "Qualcuno
volò nel nido del cuculo" per Berlusconi sarebbe stata la disperazione
totale. Il fascino da uomo forte, duro, intelligente. Un po’carogna; giusto
quel poco che basta a non farsi fregare dal prossimo. Ve lo immaginate un premier
così? Magari ce ne fosse uno. Italiano, nato... dove? Non a Roma, perché i romani
al nord sono antipatici, e neanche a Milano o Torino perché al sud i milanesi
stanno sul cavolo.
Dove
lo farei nascere un premier adatto a tutti? Forse a Firenze o a Fucecchio. Un
Toscanaccio con un accento e una faccia tosta alla Benigni. Ma senza le sue
esagerazioni perché dovrebbe risultare simpatico ma non comico. Un premier è
un premier. Con la faccia di Nicholson mi piacerebbe anche un accento siciliano.
Non però come D’Antoni, per carità. Neanche come La Loggia. La Loggia non si
può ascoltare. Ha una violenza verbale inversamente proporzionale alla calma
con cui espone i fatti. Non mi piace. Le bugie di Berlusconi confrontate al
suo modo di parlare sono come le parole di Pinocchio paragonate a quelle del
Gatto e la Volpe. Mi dà un senso di fastidio fisico sentirlo parlare. Eppure
io avevo un mio carissimo amico e legale di fiducia che parlava smaccatamente
con l’accento siciliano, ma era divertentissimo. Brillante, sempre con la battuta
pronta. Eppoi di una intelligenza fuori del comune. Mi ha fatto vincere un sacco
di cause. Avvocato Manlio Fidenzio. Un gran signore. Pace all’anima. Era stato
anche presidente nazionale della federazione Pallavolo portando la squadra italiana
a vincere il campionato mondiale. Uno cosi andrebbe bene per la faccia di Jack
Nicholson. E allora Povero Berlusconi saresti fregato.
Rutelli
invece ha troppo l’aspetto del bravo ragazzo. Appare talvolta un po’ cedevole.
Un figlio di papà che un giorno ha deciso di lasciare gli agi e andarsene. Però
se era tanto casalingo e accomodante come ha potuto piantare capra e cavoli
ed andarsene? Per mollare tutto occorre avere carattere.
Forse
ha ragione Rita nel dire che non è vero che Francesco dice di sì a tutti. Per
natura non è rissoso però quando serve sa essere duro e determinato. Proprio
ieri mi raccontava delle ultime proposte di candidature. Mi diceva che un esponente
dei Democratici, già eletto con decine di migliaia di voti nelle precedenti
elezioni e in altri partiti tradizionali si era proposto come vice sindaco.
Voleva cioè essere il vice di Veltroni. E poteva forse esserci in quella sua
offerta una certa convenienza date le truppe camellate di cui è unico condottiero.
Francesco gli ha detto chiaro e tondo: "Fatti da parte che sei impresentabile".
E lui si è fatto da parte senza replicare.
22. La
Sinistra. Strega terrificante
Questa
brutta femmina, scomposta, orribile come la strega di Biancaneve. Col porro
sul naso e una mela sospetta nel cestino. Sempre pronta a dare veleno agli innocenti
che gli capitano a tiro. La Sinistra malefica è odiata da Berlusconi che ne
parla in modo da suscitare repulsione in chi ascolta. Pericoli imminenti che
deriverebbero da questa orrida personificazione del male sono però arginabili
grazie al sacrificio del Cavaliere che, solo per salvare la patria e gli italiani,
un giorno ha deciso di mettere a rischio tutti i suoi averi, la sua serenità
per "scendere in campo". E questa velenosa vecchia Sinistra abituata
a fare strage di povere Biancaneve innocenti ha fatto l’ingresso in una stanza,
dove per tutti questi anni di governo ha smarrito la memoria; dimenticando che
il suo scopo principale di vita era quello di avvelenare l’innocente Biancaneve
(cioè Berlusconi). Non l’ha avvelenata. Che abbia smarrito il cesto con le mele
marce ? Ma allora una perfida così poteva inventarsi qualcosa. Chessò una pozione
di cicuta fingendo che fosse camomilla, uno sgambetto nella penombra dei boschi.
Niente. Questa pericolosa, brutta, aggressiva, potente Sinistra non ha fatto
nulla. Eppure aveva i sette giudici rossi al suo fianco
(contrapposti
ai nani e ballerine della Biancaneve). Potevano darsi una mossa, no? I poteri
"forti" dove cacchio sono stati per tutti questi anni che ha governato
la vecchiaccia? E che ha fatto in tutto questo tempo ‘sta nonna Abelarda senza
più energie. S’é addormentata davanti alla tv di Emilio Fede? s’é incartata
nei fogli del "Giornale"?
Insomma
dico io, tu sei la Sinistra? E fa’ qualcosa di sinistra, o di sinistro! Che
cavolo! Manco più le caramelle è stata capace di distribuire. Un tempo non mangiava
i bambini ‘sta scema?
Che
ti è successo Sinistra? Osserva che cosa è stato del cavaliere per colpa tua!
Sono anni che soffre, che è angosciato per il timore del danno che tu potresti
fare a tutti gli italiani e soprattutto a lui. Invece? Come?.. Uno aspetta,
annuncia, chiacchiera, anticipa, predice, mette in guardia, predispone difese,
allarma gli alleati, manda al sicuro i capitali, erge recinzioni, fa accordi.
E tu? Tu niente?
Ho
capito. Siccome lui era allarmato e in guardia sarebbe stato difficile colpirlo,
coglierlo di sorpresa ed infierire. Ma se non infierisci tu che sei la Sinistra
chi l’adda fa " 'a malamente"? Insomma è il tuo ruolo. Fa il tuo dovere!
C’é sempre un momento di distrazione per colpire l’avversario. Potevi approfittare
quando il Silvio, si dilettava a stare insieme agli amici, in un giorno di festeggiamenti.
Di soppiatto mentre cantava in francese. Tra " La vie en rose" e "Maintenaint"
arrivavi tu e assestavi un colpo ben fatto. Non puoi dire che in cinque anni
non ci sia mai stato un abbassamento della guardia. Non esiste. Invece il povero
Silvio nonostante le attese ha perso ogni possibilità concreta di sparlare di
te. Di vendicarsi. Di fare la vittima... No, in verità mi sbaglio. La vittima
è il ruolo che ormai ha imparato troppo bene a memoria. Gli riesce alla perfezione.
C’é un tale compenetrarsi nel ruolo, che il povero Stanislavskij ne sarebbe
mortificato, dovrebbe rivedere le tecniche dell’attore su se stesso. Altro che
Actor’s studios! Come fa la vittima Berlusconi non ci riesce neanche Marlon
Brando dopo cinquant'anni di carriera. Però se tu avessi agito lui avrebbe potuto
vendicarsi e dare un senso a tutto il movimento antisinistra che ha messo in
piedi. Se tu avessi colpito lui avrebbe potuto a sua volta assestarti dei colpi
duri. Non è che hai avuto paura di pigliare mazzate?... Tu dovevi almeno dargli
lo spunto per vendicarsi. Per fargli suonare la sirena d’allarme, per rendere
concreto il pericolo della Sinistra. Ma che Sinistra del cacchio sei? Di che
si deve vendicare Berlusconi? del fatto che suoi cinquemila miliardi di debiti
sono in questi cinque anni diventati 30.000 miliardi di attivo?
Sinistra tu? Mi viene in mente Eduardo in Natale in casa Cupiello: "Ti si fatta vecchia Cuncè"
A
Natale è morto mio padre.
Proprio
a Natale no. Ha atteso di trascorrere con noi la giornata. Noi quattro più lui.
Una piccola famiglia rabberciata. I miei due figli, mio fratello Romualdo, io
e papà. Tutti insieme a casa sua, a Torvaianica, dove aveva deciso di voler
morire.
Negli
ultimi giorni della sua tormentata esistenza era diventato tenero come un bambino.
Non ruggiva più il vecchio leone. Non insorgeva più contro il mondo. Si era
quietato. Diceva "abbracciami", oppure "accarezzami". E
a me pareva strano perché non ci sono abituata. Non ricordo che mai né mio padre,
né mia madre mi abbiano detto "abbracciami". L’affetto emergeva lo
stesso dai gesti, dalle azioni, dall'esempio, dalla protezione dei figli nonostante
una vita durissima; però mi chiedo come sarebbe stato provare da piccola ad
essere abbracciata spesso.
Dice
mia sorella Giulia che papà non è stato mai bambino. E’ vero. E’ cresciuto senza
madre. Lo è diventato a ottant’anni. Quando finalmente ha capito che si poteva
fidare di noi.
Il
giorno di Santo Stefano l’ho trovato seduto sulla carrozzella, davanti alla
finestra che dà sul mare. Il prete gli stava dando l’estrema unzione. Lo vedevo
di profilo, il viso giallo sembrava di gomma. Il suo fegato non funzionava più.
All’ultimo aveva avuto ragione. Per anni, con tanti mali che aveva, si era lamentato
del suo fegato. "Lei ha il fegato di un ragazzo" gli aveva detto un
medico dell’ospedale durante uno dei suoi tanti ricoveri. E lui: "Ho la
cirrosi". Era una delle sue idee fisse quella di avere la cirrosi epatica.
"E
adesso che sei morto di coma epatico sei contento? Di coccio. Sempre, fino all’ultimo
vuoi sempre aver ragione tu! Noi a preoccuparci per l’insulina, l’ipoglicemia,
la iperglicemia". "Mangia troppo", "oggi ha mangiato troppo
poco". Un giorno sei andato in coma perché non avevi mangiato e ti era
stata iniettata l’insulina. Tutte le altre volte perché mangiavi di tutto e
non ti facevi l’insulina. "La sua fame è una dimostrazione che ancora vuole
aggredire il mondo" mi ha detto il mio amico Matteo Villanova, psichiatra
e psicoterapeuta". Sì, ancora ruggivi allora. Ottanta anni. Forte. Hai
cercato con tutte le tue forze di riprenderti dai coma diabetici che ogni volta
danneggiavano chissà quante cellule del tuo cervello. Ti abbiamo portato a villa
Silvana ad Aprilia per farti fare la fisioterapia, perché riprendessi a camminare.
Invece no. Rifiutavi di mangiare. In sala da pranzo poggiavi la testa sul tavolo
e ti isolavi da tutti."Me lo porto a casa", mi ha detto mio fratello.
"No, meglio a casa mia - ho risposto - siamo in due e ci dividiamo il compito,
Poi con Fabrizio si trova bene.
La
mattina del sabato volevi pane e cornetti caldi. Per un po’ è andata bene. Facevate,
tu e i ragazzi "le petite dejuner" con pane burro e marmellata. Tu
eri contento. Le canzoni di Maurice Chevalier andavano sul CD e tu ci ringraziavi.
"Se non fosse per voi il nonno oggi sarebbe in mezzo alla strada".
Non so perché dicevi così. Non avremmo mai permesso che tu andassi in mezzo
alla strada. Siamo cinque figli, diamine. Eri tu che negli ultimi tempi ci avevi
respinto. Stavi male e ce l’avevi con tutti.
"Ma
pomme, c’est mooi! ". La buffa canzone che cantavi per farci ridere era
quella che Fabrizio ti faceva ascoltare più spesso. Quanto ha girato per trovarla!
Sai, papà, mi fa incazzare il fatto che noi il francese lo biascichiamo e tu
avresti potuto insegnarci quella splendida pronuncia che avevi. Non avrò più
nessuno a cui chiedere "Me la dici bene questa frase?" per apprendere
come si doveva pronunciare esattamente. Ci ho fatto l’esame di francese all’università
e ho preso trenta con questo sistema. Ho ancora le audiocassette registrate
con la tua voce che legge Proust, Gide, Apollinaire. Invece tu e mamma parlavate
in francese solo quando noi bambini non dovevamo capire. Ci è stato più facile
imparare il siciliano e il napoletano. Un’altra cosa che mi fa arrabbiare è
che ti sei portato via la storia delle tue sette evasioni dai campi di prigionia;
non quei soldi che tu pensavi mi interessassero, ma la storia che dovevamo scrivere
insieme. Era solo quello che volevo da te. Invece te la sei portata via con
te nella tomba. E io come faccio a ricostruire quei racconti? Come faccio a
ricordarmi i nomi in arabo, in francese, i luoghi, le persone, i fatti, le tue
invenzioni per sopravvivere e non farti scoprire?
L’ultima
volta che ti hanno dimesso dal Grassi di Ostia ti ho detto"adesso vieni
a casa e scriviamo la tua storia". "Ma sempre questo dici?",
mi hai risposto, però non hai detto di no. So che in fondo ti faceva piacere
raccontare le tue avventure. Eri contento ogni volta che te lo chiedevo, specie
in presenza di nuovi "uditori" nei pranzi di famiglia. Io avrei dovuto
costringerti a scrivere. Non c’è stato tempo.
A
casa non c’é stato modo di farlo. Iniziava il tuo declino verso la fine della
tua vita. Non dormivi. Mi chiamavi a tutte le ore. Vuoi le goccine? Vuoi un
po' di latte o di camomilla. Tu volevi solo compagnia. Dopo un po' tornavo a
letto, faticavo a riaddormentavi già sapendo che mi avresti richiamato chissà
quante volte. Una notte ho fatto finta di non sentire. "Forse se non corro
subito si abitua a stare tranquillo" ho pensato.
"Aiuto!",
"Sono caduto, aiutatemi!" Hai strillato. Ci siamo precipitati in camera
"L’ho
detto apposta" hai spiegato sorridendo "Volevo un po’ d’acqua. Che
ore sono?"
Fabrizio,
Bicio, ogni sabato mattina ripete il rito del petite dejunaire. Mette
il CD della Piaf o Chevalier e fa colazione insieme a Miki con pane fresco,
brioche burro e marmellata. Che bene che ti ha voluto Bicio. Avrebbe fatto qualsiasi
cosa per te. Di notte restava a vegliarti e a parlare per lunghe ore. Un giorno
dopo parecchie notti passate in bianco è svenuto ufficio. Allora ho preteso
che si facessero i turni. Una notte per uno. Ma tu preferivi quando era di turno
Bicio, perché io ti cambiavo, ti davo l’acqua, o il latte poi me ne andavo a
letto. Allora mi chiedevi la spremuta d’arancia. Chissà forse mi mettevi alla
prova per vedere se ti volevo abbastanza bene da farti la spremuta alle due
o alle tre di notte. Te la davo e avevi paura di berla perché troppo dolce.
"Sei di coccio - ti dicevo- io lo zucchero non te lo dò mai. E’ un’illusione
di dolce, è un dolce finto. Ci ho messo la pasticca, bevilo". Mi guardavi
fisso negli occhi e quando un impercettibile movimento della palpebra chiudeva
per una frazione di secondo i tuoi occhi capivo che ti avevo convinto.
"Com’é?"
chiedevo.
"E’
buona", dicevi. E io ti spiegavo "Papà adesso vado a letto perché
domani devo andare a lavorare".
"Hai
ragione figlia mia" rispondevi. Ma non ti piaceva restare da solo.
Negli
anni passati, nelle occasioni in cui si poteva sta tutti insieme durante le
feste di Natale, qualche volta ti andava di raccontare. Allora pretendevo il
silenzio assoluto,e tu per ore ci affascinavi con i tuoi racconti. Con la suggestiva
descrizione dei luoghi, dei fatti dei personaggi. Una volta ho pure registrato
a tua insaputa ciò che dicevi. Ma è solo un pezzetto di tutta la storia. Ti
dicevo "Se riesci a scriverla la pubblichiamo e poi vedrai che successo.
Altro che Papillon!". Quando mangiavi le bucce di fichi d’india... quando
facevi il falegname per gli ufficiali francesi e vendevi gli zoccoli di legno
agli arabi... quando sei evaso restando per mesi nascosto in una cabina a Keruan
e gli arabi ti portavano il cous cous per aiutarti.
L’ho
fatto il cous cous prima di Natale; e pure i ravioli con la ricotta di pecora
e senza spinaci. Ho seguito scrupolosamente la tua ricetta. Ma il tuo appetito
era tutta fantasia. Non hai mangiato. Ti si era chiuso lo stomaco. Povero papà,
stavi rinunciando ad aggredire il mondo.
"Papà
muore" mi hai detto un giorno. E io: "No vedrai che piano piano ti
riprendi. Farai la ginnastica e camminerai. Qui ad Ostia Antica abbiamo un bellissimo
circolo per anziani. Potrai andare lì, giocare a carte, cantare, ascoltare musica,
farti la fidanzata. In paese potrai passeggiare, andare al mercato".
"Quando
c’è il mercato?" mi hai chiesto. "Il lunedì" ti ho risposto e
tu. "Ce l’hanno il pesce fresco?"
"Non
so. Ho visto che c'è un banchetto tutti giorni, vicino gli antichi lavatoi"
"Ma
è fresco?" hai ripetuto e io, sapendo che a Tunisi il pesce del giorno
prima lo buttavate ho detto. "Forse è meglio che andiamo a Fiumicino. Che
ci vuole... dieci minuti.".
Ti
sei messo a ridere.
Un
giorno ti ho tagliato le unghie dei piedi e delle mani. Dure come i sassi, lunghe
come i gatti. "Come quelle del leone - mi hai detto- Per questo Bicio mi
chiama il leone. Il leone ferito."
Avevi
paura che con le forbicette ti ferissi e che si infettasse di nuovo il tuo pollice,
quello che l’anno scorso stava andando in cancrena e che poi al Grassi è miracolosamente
guarito. Mi ricordo che quella volta avevi la febbre e il piede in bruttissime
condizioni. Stavi ancora da solo nella tua casa di Torvaianica e non volevi
assolutamente ricoverarti.
"Se
vado in ospedale mi tagliano il piede - dicevi - Invece voglio morire in casa
mia e con tutti e due i miei piedi. Eravamo disperati. Abbiamo dovuto chiamare
Rosanna Ed Ennio da Napoli. Poi ti sei fatto ricoverare e il piede è guarito.
Ma il momento del ricovero hai voluto deciderlo tu.
Il
giorno di Santo Stefano eri davanti al mare, giallo in volto, col berrettino
di lana che non ti toglievi mai. Di profilo. Ho visto uscire la vita dal tuo
corpo quando ti sei afflosciato. La testa s’è abbassata, il mento sul petto,
le labbra inferiori un po’ sporgenti. Il tuo corpo davvero era diventato di
gomma. Ne eri uscito e in quel momento forse dal soffitto la tua anima ci guardava.
Hai osservato Romualdo che con forza sovrumana ti ha preso in braccio piangendo
"Ci penso io, ci penso io diceva". Ti ha caricato addosso e ti ha
portato sul letto. Mi ha aiutato a cambiarti il pannolone, a vestirti finché
eri ancora di gomma con quelle mani e quel corpo giallo, prima che diventassi
di pietra, ti abbiamo messo un bel completo blu. E le scarpe Melluso di cui
eri orgoglioso. Tu, sempre a risparmiare... Alla fine della tua vita ti eri
concesso quel lusso di cui ti vantavi. Ma perché ti sei privato di tante cose
papà?
Come
ho visto fare in qualche film ti ho legato un fazzoletto perché la tua bocca
restasse chiusa. Poi abbiamo dato incarico a Luigi di avvisare gli altri fratelli
e sorelle.
Ho
pensato al giorno prima. Era Natale. I tortelli in brodo. "Il brodo di
gallina ti fa bene".
"Sì
dopo", hai detto.
"Lo
vedi il mare? Oggi è calmo" ti ho fatto osservare.
"Vide
'o mare quanto è bello!", mi hai risposto con un filo di voce.
"Appena
stai meglio andiamo tutti a Tunisi. Tutta la famiglia... "
"Ti
porto a casa del mio amico, vedrai che accoglienza!" hai aggiunto con entusiasmo.
"Sì
- ho detto - e poi mangiamo la melhoukia e il cous cous al ristorante".
"Ma
te lo fa Latifa, la figlia di Loucien. Lo fa lei il cous cous!".
"Voglio
vedere la casa che hai ritrovato dopo trent’anni".
"La
casa di mio padre? C'era ancora Boughiba quando me l'hanno restituita. Adesso
ci abita un arabo."
"Perché
non ce la farebbe vedere?"
"Come
no? E amico di Loucien... E chi viene a Tunisi? " hai chiesto.
"Tutti".
"
Tutti?"
"Sì
tutti. Noi figlie, i figli i generi, le nuore e i nipoti. Il biglietto ce lo
paghiamo per conto nostro. Ognuno il suo. Tutti sono d'accordo"
"Tutti?"
"Sì
tutti. Ci andremo tutti insieme".
Non era vero e tu lo sapevi.
indice...
Mi
serviva un' autenticazione della firma sotto una delega. Incaricavo mio fratello
a occuparsi di verifiche sui depositi di mio padre alla posta e in banca.
L’impiegata
de Comune di Roma non voleva accettare di convalidarmi la delega.
"Io
devo leggere. Io sono responsabile di quello che c’é scritto"diceva.
"Va
bene, legga. Ma secondo me lei deve solo autenticare la firma sotto alla mia
dichiarazione. Quello che c’é scritto non ha importanza".
"Ah
sì? E se si commettono degli atti illeciti? Non sono io la responsabile?"
"Senta
signora - ho spiegato - qui c’è solo scritto che mio fratello può andare alla
posta in mia vece a sbrigare delle pratiche. Se poi mio fratello mi vuole fregare
i soldi sono affari miei. Peggio per me che gli ho dato la delega. Lei mi deve
solo convalidare la firma".
"
E io dovrei essere il tramite di un danno a lei? Vuole farmi perdere il posto?"
"Perché
dovrebbe? Nessuna frase illecita è scritta qui!".
"Io
non glielo posso fare. Qui c'è scritto che suo fratello può andare in banca,
può andare alla posta, può andare... "
"In
villeggiatura con i soldi miei!.. Ma dove le legge tutte queste cose! Abbia
pazienza... In questo documento io dichiaro solo che delego mio fratello a sbrigare
alcune pratiche..."
"Deve
andare dal notaio e farsi fare una procura. Questa non è una delega, è una procura.
Eppoi questo documento non è valido"
"Perché?
Scade nel 2005!"
"Scade
o non scade la patente non è più un documento di riconoscimento".
"La
"mia" patente è sempre stata ed è un documento di riconoscimento.
Non è di quelle nuove."
"S',
ma la foto è vecchia. Io non la riconosco!".
"
Insomma - replico spazientita - Bassanini non vi ha insegnato niente?"
"Bassanini?
Peggio! E' peggio da quando c’é la legge Bassanini!"
"Peggio
che cosa? Peggio perché il cittadino può venire qui e dire io mi chiamo Rossi
Pasquale e se non ci credi ti denuncio?"
"Se
è così allora perché non va in banca e alla posta a dire che lei è lei?"
"Perché
non ho il tempo di andarci. Faccio la delega perché altri vadano al mio posto!
Insomma - aggiungo spazientita - io adesso le dico due cose insieme. Le afferri
bene perché sennò m'incavolo. Una: io sono io e se non ci crede la denuncio.
Due: sopra a questa delega metto la mia firma e lei mi mette un timbro e uno
scarabocchio di conferma!"
"Per
me non si può fare. Comunque chiedo al mio capoufficio".
Dopo
un po’ torna dicendo che si può fare. Tre deleghe, tre bolli da ventimila, più
la marca da mille per ogni foglio". Il bolli li trova dal tabaccaio a duecento
metri".
"Mi
serve in carta semplice" replico.
"Non
si può".
"Si
può perché l’ho già fatta la delega in carta semplice. Basta la marca comunale
da cinquecento lire".
"Senta
una cosa - dice l'impiegata indicandomi la sua sedia. Perché non viene a sedersi
al mio posto?".
"No
per carità, Non voglio il suo posto!".
"Sa
tutto lei sa! dice lei se ci vuole il bollo, se si può fare, se non si può!"
"
A dar retta a voi invece, non si può mai nulla. Avete sempre l'atteggiamento
punitivo!"
"Allora
metto il timbro che non c’è il bollo per sua richiesta esplicita"
"Metta
il timbro, ne metta due. Mi faccia una fotografia mentre affermo che non voglio
pagare sessantamila lire di bolli inutili!"
"Va
bene metto il timbro".
"Brava
metta il timbro".
"Ecco
fatto, non c’é bisogno di arrabbiarsi".
"Non
c’é bisogno. Non credo proprio che ce ne sia".
"Io
poi ho qui padre Pio che non vuole che mi inquieto. Lo vede?" mi dice indicandomi
un libro con padre Pio in copertina.
"Anche
io sono devota a padre Pio".
"Ah
si? A me Padre pio ha salvato la nipotina. La mia bella nipotina. Vedesse che
bamboletta! Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Sembra svedese, tesoro
di nonna!"
"Carina
- dico - bionda con gli occhi azzurri? E di chi ha preso?"
"Di
mio genero. Un bell'uomo. La bimba però era gravissima, dovevano asportarle
tutti il pancreas e sarebbe diventata diabetica a cinque anni. Poi ho tanto
pregato padre Pio e miracolosamente è guarita! In ospedale si sono accorti che
non occorreva più l'intervento."
"Quale
ospedale?"
"Il
Bambin Gesù".
"Si?..
Conosco il Bambin Gesù, lì c'é un medico bravissimo che si chiama Sabetta. Dottor
Sabetta"
"Si,
lui! Proprio il dottor Sabetta l’ha salvata. Il primario del reparto. Un dottore
d’oro. Lo conosce?"
"E'
primario Sabetta? Mi fa piacere!"
"E’
il primario deve vedere quant’é bravo e quanto vuole bene ai bambini!"
"Lo
so rispondo - Lo conosco da quando era un giovane medico mi diceva che litigava
con la moglie perché tardava a rientrare. Naturalmente tardava perché ogni sera,
prima di andarsene doveva fare il giro dei reparti per salutare tutti i bambini
uno per uno".
"Ma
allora lo conosce davvero..."
"E
mica dico bugie... Avevo anch’io un bambino ricoverato. So come lavora il dottor
Sabetta. Spediva con la Sabena campioni da analizzare all’estero. Faceva continue
ricerche per i suoi piccoli pazienti".
"La
Sabena?"
"La
compagnia aerea belga. Ci lavorava il mio ex marito."
"Anche
mia figlia sta a Fiumicino. Fa la hostess".
"Ma
no!"
"Ma
che combinazione".
"Credo
- aggiungo- che se resto qui altri dieci minuti ci accorgiamo di essere parenti."
"Sì
- risponde - e dire che abbiamo iniziato litigando."
"Già!".
"La
prossima volta venga direttamente da me e mi dica che vuole il timbro che specifica
che non intende pagare il bollo io glielo metto e arrivederci"
"Si certo vengo da lei- rispondo - Grazie, e dia un bacetto alla piccola!"
25. Educazione
alla frustrazione
"La
prossima volta venga direttamente da me e mi dica che vuole il timbro che specifica
che non intende pagare il bollo io glielo metto e arrivederci"
"Si certo vengo da lei- rispondo - Grazie, e dia un bacetto alla piccola!"
Carlo
Fazi è un terapeuta che lavora con i bambini handicappati. Bravissimo. Uno degli
esercizi, oltre a quelli per scaricare l'aggressività è quello dell'educazione
alla frustrazione. Sono bambini con problemi eppure riescono a darsi delle regole.
Infatti l'esercizio consiste nel non superare una linea segnata per terra che
delimita lo spazio dei giochi. I bambini possono scegliere di giocare in uno
o in un altro spazio delimitato dove esistono dei giochi diversi. I bambini
una volta che usano i giocattoli o gli attrezzi appartenenti ad uno spazio non
possono passare nello spazio accanto portandoseli appresso. Devono cioè scegliere.
Se cambiano spazio, cambiano anche tipo di gioco e uso di oggetti. E' questo
un tipo si educazione alla frustrazione. Abitudine ad avere delle regole dei
limiti oltre i quali non si può andare. Soprattutto è un modo efficace per far
capire che occorre nella vita fare delle scelte e tutto non si può avere. Il
giocattolo preferito, il luogo preferito. Lasciamo che qualcuno possa, mentre
occupiamo uno spazio, usare quello che noi non occupiamo. Esistono anche i diritti
degli altri.
Forse
Berlusconi non ha questo tipo di abitudine alla frustrazione. Sembra incapace
di fare delle scelte. Oppure a lui manca il muro che manca ai bambini della
Ukmar. Nessuno gli dice: “oltre questo limite non si può andare”. Nessuno frena
il suo delirio di onnipotenza. Così Berlusconi prosegue la sua corsa alla conquista
di spazi sempre più ampi.
Come
i bambini della Ukmar cerca un punto di riferimento nella sua esistenza, un
punto di riferimento sicuro che lo tranquillizzi rispetto all’aggressività del
mondo. Non lo trova. Nessuno, secondo lui ha l’autorevolezza per dirgli “basta,
questo non lo puoi fare”. Allora egli mostra il sui io ipertrofico perché ha
paura. Non di Rutelli. Rutelli o un altro per lui è lo stesso. E’ l’avversario
del momento da battere con ogni mezzo. Mostra con lui i muscoli, eccede nella
difesa come farebbe con chiunque altro perché vuol dimostrare soprattutto a
se stesso di essere invincibile. Ma ha paura.
“A
me chi mi difende dal mondo?” è la domanda inconscia dei bambini col delirio
d’onnipotenza. Così Berlusconi. Si fida solo di se stesso, ma è impaurito perché
crede che in caso di sua defaillance potrebbe soccombere e perdere tutto.
Non vede appoggi, difese, democrazia. Non conosce il padre giusto e autorevole
che sì lo potrebbe frenare, ma poi lo salverebbe dagli attacchi del mondo esterno.
E’ ben triste questo suo non potersi fidare di nessuno. E’ angosciante il vuoto
che crede di avere intorno.
Ho
fiducia che Silvio Berlusconi superi questo inquieto periodo dell'adolescenza
per accettare di essere cresciuto. Per maturare deve comprendere che dopo Tangentopoli,
che si voglia o no, la società è cambiata. Noi italiani ci siamo resi conto
di desiderare una classe dirigente meno corrotta. Più pulita. Dove gli interessi
per le persone, per l'ambiente, per i bambini, i deboli gli anziani, vengono
prima di tutto. Una società in cui è necessario conciliare la spinta alla produttività
e al benessere col senso di solidarietà e affratellamento. Una società complessa
in cui la globalizzazione dei mercati non vada a modificare principi importantissimi
come il diritto a cibarsi di prodotti naturali e sani; dove il rispetto dell'individuo
è tale da non permettere che si rinunci alla consapevolezza della preziosità
di ogni essere umano.
L’aspetto
ironico di questa società globalizzata, che si esprime in massima parte attraverso
Internet, è tale che quanto maggiore è la possibilità di spaziare
nell’immenso, tanto più si valorizza il particolare. Internet
propone offerte minimali,
inquadra i soggetti più diversi, mette a fuoco il dettaglio, evidenzia la minuzia.
E’ una nostra irrinunciabile prerogativa quella di trovare l'infinitamente piccolo
nell’incommensurabilmente grande, e viceversa. Il percorso tra questi due punti
ci fa capire il senso della nostra esistenza. La nostra ambizione ad andare
oltre tutto questo.
Gina
Lollobrigida anche lei candidata per elezioni europee. Un giorno entra nel nostro
scompartimento e una porta difettosa del corridoio la colpisce.
“Aho,
che modi so'! Gli organizzatori so' matti!”. Il suo modo di parlare è una sorpresa.
Ha una voce bassa, inverosimile in quel corpo da bambolina. E' un contrasto
incredibile. Si avvicina a noi e non parla più. Forse è timida. Dopo aver dimostrato
il suo disappunto per il piccolo incidente sta seduta tranquilla per tutto il
tempo che serve a raggiungere la successiva fermata. A Latina l'attendono e
le fanno festa. Qualcuno segue il corteo di persone che sta appresso alla
diva. La Lollo. In suo onore gli ospiti offrono a noi tutti mozzarelle
di bufala speciali e vino rosso di campagna.
“Sto
sudando sette camicie”, diceva il compositore dell’immagine. Poi alla fine,
col sollievo generale, fu portato a termine l’arduo compito di accontentare
l’attrice di “Pane, amore e fantasia”.
Soddisfatti
tutti. Primo tra gli altri proprio il tipografo che con indulgenza aveva accettato
di fare gli straordinari pur di andare incontro ai capricci della diva
..
27. Pareri
su Silvio e… altro
C'è
chi a Silvio Berlusconi è affezionato davvero perché, come scrive Gabriele Romagnoli
in un suo articolo su "Diario" del 30 marzo: "Siamo un popolo
di sognatori. A basso costo. Sempre sognatori tuttavia". E il sogno, che
proviene dall'induzione a fantasticare agita da Berlusconi verso i semplici,
è grandioso e apparentemente facile da raggiungere. Qual è il sogno? Partire
da niente e farsi tutto.
A
"Chi l'ha visto?" hanno ritrovato a Londra un ragazzo fuggito da casa.
Era lì a fare il lavapiatti perché vuole diventare come Berlusconi. "Così
come ce l'ha fatta lui ce la posso fare anche io". E' questo che ha pensato
il fuggitivo: cominciare da lavapiatti e poi possedere una catena di ristoranti.
Gli uomini che ammirano il Cavaliere vorrebbero arrivare lontano come lui. La
sua storia è per loro un esempio da seguire. A partire da quando lavorava sulle
navi dov'era al servizio di Fedele Confalonieri, che ogni tanto lo licenziava
perché si attardava a ballare "fuori orario" con le passeggere. E
quel fascinoso intrattenitore da crociere, affinando la sua pronuncia francese
e perfezionando la difficile arte di sedurre, gettava le basi per realizzare
uno dei più incredibili successi che sia stato possibile realizzare nella nostra
era. E' diventato il boss dell'uomo che più volte lo ha licenziato. Una storia
da film. E con generosità ne ha fatto il presidente delle reti Mediaset.
27.1
.
BERLUSCONI:
COME TI CONQUISTO I VENDITORI.
"Questi
qui si alzano e tutte le mattine, guardandosi allo specchio, che cosa
vedono? Vedono uno stronzo. Giorno dopo giorno, mattina dopo mattina.
Quello specchio riflette la stessa drammatica immagine. Non serve a niente
cambiare specchio, cambiare casa, cambiare look. Tutte le mattine si vede
la stessa terribile, disgustosa immagine. E quindi i signori che disgraziatamente
appartengono a questa categoria si incazzano immediatamente e restando
incazzati tutto il giorno... Questi uomini vengono trattati da stronzi...
Se però lo stronzo trova qualcuno che lo tratta in maniera diversa, gliene
sarà grato, sarà disponibile, sarà aperto, cordiale, insomma un po' meno
stronzo. E quindi abbiamo reso anche un servigio all'umanità, l'abbiamo
alleggerita... Bisogna conquistare questi clienti principalmente perché
diventeranno gli amici più sinceri... E quindi con loro avremo relazioni
di lavoro fantastiche". (Silvio
Berlusconi, discorso ai venditori di Publitalia, da Stefano D'Anna e Gigi
Moncalvo, Berlusconi in concert, Mozart 1994). |
27.2
Le
donne gli inviano 10 mila lettere al giorno. Spieghiamoci meglio, alcune categorie
di donne scrivono a Berlusconi per ringraziarlo di avergli cambiato la vita
da quando lui ha imposto le trasmissioni al mattino.
Mi
viene in mente mia madre che era felicissima quando, durante la fiera del Levante,
la Rai trasmetteva film in tutto il Sud alle dieci di mattina. Così quel regalo
inatteso la gratificava enormemente. Lei preparava tutto prima, sbrigava le
faccende, metteva su il sugo per il pranzo e sedeva sulla sedia a dondolo di
vimini a godersi il film. Per lo più vecchi capolavori del cinema americano
in bianco e nero con divi amati come Spencer Tracy, Humphrey Bogart, Ingrid
Bergman. Credo che se quei film li avesse trasmessi Berlusconi, anche lei avrebbe
votato per lui; se non altro per protestare contro mio padre che quando il pranzo
non era pronto in orario andava a poggiare la mano sopra al televisore ormai
spento per vedere se era caldo. E brontolava.
"Capisce?
Io cambio la vita delle persone e lei mi suggerisce di candidarmi a sindaco
di Milano?" disse tanti anni fa Berlusconi al direttore di un quotidiano,
mostrandogli le diecimila lettere ricevute ogni giorno dalla donne.
L'articolo
che ho già citato di Gabriele Romagnoli suggerisce che al Silvio di Arcore pareva
quasi un insulto essere invitato a fare il Sindaco, uno sminuire le sue possibilità
di conquista dell’elettorato.
Ma
a quale categoria appartengono le donne innamorate di Silvio Berlusconi. Io
ho il massimo della comprensione per la semplicità e il candore di alcune persone
appartenenti al mio sesso, così facili da conquistare. Ho appena scritto che
probabilmente anche mia madre se fosse viva voterebbe per Silvio Berlusconi.
Cerchiamo di capire perché.
Cominciamo
da come noi donne siamo semplici, facili da essere convinte da chi conosce i
simboli inconsci delle nostre preferenze. A volte basta un segno grafico rotondo
al posto di uno triangolare per condizionare la nostra scelta. Vi racconto un
esperimento che dimostra come l'immagine creata da un disegno, alcune parole
e un grosso stanziamento per la pubblicità possono dare un profitto enorme.
Questo perché noi tutti in genere acquistiamo non tanto il prodotto quanto i
significati che noi gli attribuiamo. E questo vale maggiormente per le donne.
L’esperimento, realizzato negli Stati Uniti è il seguente:
La strategia consisteva nel vendere "il trasferimento della sensazione"
di modo che le persone trasferissero il disegno o il nome dell'involucro al
prodotto che stava all'interno di esso. A duecento donne che avevano collaborato
con dei pubblicitari fu promessa una notevole provvista di cold cream.
Dovevano però scegliere la fornitura tra due vasetti campione e provarli. L'etichetta
di entrambi i vasetti recava la scritta "cold cream di prima qualità".
Una delle due aveva un coperchio con due triangoli, l'altra con due cerchi.
Nessuno avvertì le donne che la crema dei due barattoli era identica. Il risultato
fu quello che ottanta donne su cento scelsero la crema con i due cerchi sul
coperchio perché la trovavano migliore, di qualità superiore e più facile da
spalmare. Si ebbe così la conferma del dato già a conoscenza dei pubblicitari
che le donne preferiscono i cerchi ai triangoli. Vi pare poco?
Per chi tutti i giorni si può affacciare dentro il nostro salotto dallo schermo televisivo è tantissimo.
28. Alice
nel paese del consumo
Non
è una novità. Noi donne siamo sensibili a certi modi di presentare i prodotti
in vendita fino al punto di entrare in trance ipnoide. Lo dimostrò James Vicary
in un vecchio studio sulle reazione delle donne in un supermarket. Il ritmo
dei battiti scende fino alla soglia di quattordici per minuto. Si entra perciò
in una leggera forma di trance che è la prima fase dell'ipnosi. I colori, certi
disegni la confezione di una scatola possono attrarci fino al punto di non riconoscere
conoscenti che ci passano accanto… Grafici e disegnatori sono in grado di indurre
all'acquisto impulsivo di un prodotto in base al tipo di confezione che predispongono.
L'occhio di noi donne è attratto dai prodotti contenuti in involucri rossi,
gli uomini da quelli in blu.
Il
fattore fondamentale è però la posizione del prodotto nel negozio. Il terzo
scaffale è quello dove si riesce a vedere e comprare il prodotto anche se costa
notevolmente di più degli altri in posizioni meno felici.
Per
un certo periodo ho svolto un lavoro di marketing. Dovevo rilevare per un’azienda
milanese, quali prodotti erano venduti sul terzo scaffale e poi paragonare i
prezzi tra quelli e tutti gli altri. Inoltre dovevo annotare altri trucchi di
vendita come ad esempio la posizione del sale o dello zucchero che spesso non
si riesce a trovare. Il porre questi oggetti di consumo indispensabili in luoghi
nascosti è una scelta del gestore, il quale sa bene che il cliente percorrendo
il supermercato alla ricerca del sale viene attratto da decine di prodotti che
non gli occorrono ma che comunque introduce nel carrello della spesa.
Per
i pubblicitari il bersaglio da colpire è la donna media. Essi la considerano
una persona relativamente infelice, che si sente un po' sola e isolata, che
soffre un senso di estraniazione dal mondo. E i messaggi a lei indirizzati debbono
avere un sapore quotidiano, conosciuto,
domestico, per non creare ansia.
28.1
Se
gli elettori sono "mercato" e se fare campagna elettorale
equivale a vendere un prodotto, è sicuramente valido
uno dei metodi usati dagli agenti pubblicitari che si fonda sullo sfruttamento
della paura. La pubblicità ritiene che per sfruttare le ansie offrendo il modo
di alleviarle, il primo passo da compiere è creare o aumentare l'ansia.
..
28.2
Vance
Packard scrive in proposito: "Alcuni anni fa il "Journal of
Marketing" recò un lungo resoconto
intitolato: "Paura: la potenza di un richiamo trascurato dal Marketing":
L'autore principale
era uno psicologo sociale assunto da un'importante agenzia di pubblicità
che, insieme
ai suoi colleghi,
recensì novanta studi sulla paura per far vedere come gli inserzionisti
erano stati troppo esitanti a provocarla. Con una serie di documenti egli
dimostrò quali grandi paure sono più efficaci per vendere prodotti
come assicurazioni, colluttori, alimenti dietetici e strumenti di sicurezza
per le automobili. |
28.3 Il paradosso dei poveri
Oggi
questa paura viene ancora usata per vendere prodotti? Certamente sì, anzi, le
tecniche col tempo si sono affinate. La paura viene sicuramente usata in
campagna elettorale, anche in questa ultima.
Ciò che maggiormente affligge i tempi nostri e che spinge l'elettorato a votare
a destra è un’apprensione indirizzata dai mezzi di comunicazione ed accolta
pienamente da molta parte dei fruitori di programmi Mediaset. Credo che un’altissima
percentuale delle persone che voteranno lo
faranno per dare un segnale sul tema
della Sicurezza. E molti, ignorando completamente quanto è stato fatto
in proposito dal governo attuale, sceglieranno la destra. Ritengo questo
un paradosso.
Sembra
di vederle quelle persone ricche, sdraiate ai bordi delle piscine, o intente
a organizzare ricevimenti nelle loro lussuose dimore di città. Sono tranquille.
Il tema della sicurezza non le sfiora neanche da lontano. Le loro preoccupazioni
principali sono gli affari in borsa, le azioni che salgono o scendono, la colf
che si è licenziata o l’appuntamento col dietologo.
Di
quale insicurezza si parla se questi ricchi, che avrebbero qualcosa da perdere
non si preoccupano?
Mi
diceva stamattina Andrea, il ragazzo della porta accanto, un universitario che
torna ad Ostia antica col trenino che parte dalla Magliana; mi raccontava che
ieri due controllori hanno fermato un extracomunitario e gli hanno fatto la
multa perché non aveva il biglietto. L’uomo, appena scesi dal treno i due impiegati
dell’Acotral, ha strappato la contravvenzione.
“Hai
visto?” ha detto un signore anziano
all'universitario che gli era seduto accanto.
“Che
cosa?”
“Quello,
ha strappato ‘a murta… Oggi fa così, tra un po’ de tempo ce se magna”.
“Forse
è solo un poveraccio”, gli ha risposto Andrea.
“Eh
fijo, tu sei giovane. Nun sai a cosa annamo incontro co' sta ‘ggente. E semo
noi che jo’ permettemo. Semo noi semo… Pecché quanno è ora d’annà a votà nun
sapemo quello che dovemo ‘dda fa”.
“Scommetto
che lei vota per la Lega”, ha suggerito Andrea sorridendo.
“La
Lega?..Ma quer Bossi è un deficiente… che Lega! Io voto ‘ppe Fini”.
“
Allora vota anche per il deficiente come lo chiama lei. E vota per Berlusconi”.
“Ma
nun se po’ più annà avanti così! Voto pe' chi me pare ‘abbasta che se finisce
co' tutte 'ste razze che entrano escono dar colabrodo che è diventata l’Italia”.
28.4 Cuculismo:
nido da difendere
Ho
definito “cuculismo”, in un mio racconto, questa guerra tra poveri che ci fa
temere lo straniero. La paura cioè che altri possano privarci delle nostre piccole
conquiste, del lavoro, della casa. La paura di essere soppiantati da forze nuove,
popoli diversi da noi; uomini determinati che
inseriti nel nido che ci appartiene, buttino via noi o i nostri discendenti.
Come fa il cuculo con gli uccelli che lo ospitano.
L’egoismo
è innato nell’uomo, la paura pure. Hanno perciò gioco facile quei messaggi pubblicitari
incentrati sui timori inconsci e sulla proposta dell’antidoto.
L’allarme
sociale non c’è in realtà. Ogni italiano sa bene che la sicurezza in Italia
esiste. Più tardi citerò statistiche che fanno il punto della situazione. Certamente
occorre migliorarla questa sicurezza a cui tutti teniamo. Non si può però affermare
in buona fede che non si siano fatti dei progressi rispetto a cinque-sei anni
fa.
Però,
sollecitati dai messaggi allarmistici che ogni giorno ci vengono trasmessi,
molti di noi vogliono convincersi di pericoli imminenti che in realtà non esistono.
Ho
da farvi leggere un piccolo esempio di come si fa, in Italia, informazione finalizzata
a sollecitare la paura.
MONITORAGGIO 12 aprile 2001 TG4 sera - Da studio Emilio Fede afferma che il centrosinistra cerca di indebolire l'immagine di Berlusconi con l'aiuto di certa stampa"; - Giuliana Fiorentino legge un e-mail appena giunta in redazione da parte di un certo Pietro, telespettatore del tg:" Ma con quale faccia tosta lei, campione di parzialità si permette di giudicare le tv e la stampa che appoggiano Rutelli?"; - Fede prende spunto da questo messaggio per ribadire che c'è un vero fuoco di sbarramento verso Berlusconi, come mai si era visto in passato;
- Fede affronta il tema della bomba a Roma e dice che la pista è quella del terrorismo rosso. Segue servizio di Antonio Pascotto intitolato "la bomba rossa" in cui afferma che gli inquirenti sono certi che la bomba in Piazza di Spagna è riconducibile alle "nuove brigate rosse" - Immagini dei luoghi devastati dall'esplosione - Fede ritorna sul l'attacco preciso e sistematico contro Silvio Berlusconi tendente ad imputargli la strage di via D'Amelio; - Fede invita a non dimenticare le gambizzazioni di Indro Montanelli ed Emilio Rossi, avvertendo che toni così alti nella campagna elettorale possono ricondurre a tali violenze; - Servizio di Antonello Capurso intitolato "Una storia italiana" vertente sul libro che Berlusconi invierà alle famiglie italiane e dal quale vengono tratti un motto di Luigi Berlusconi (padre di Silvio): "Chi crede vince" ed una frase di Silvio Berlusconi: "Sono un sognatore pragmatico" (foto di Berlusconi da piccolo, da giovane mentre canta, con la famiglia attuale, con le coppe conquistate dal Milan); - Rubrica intitolata "Le perle del giorno" in cui vengono affrontati tre temi negativi per il centrosinistra; - L'abbandono dei Verdi da parte di Athos De Luca, Il ministro Bordon "smentito" dal Governo; - Servizio di Enrico Laurelli intitolato "Ulivo e Ulivisti" sui dissidi all'interno dell'Ulivo (insert di Fassino, Diliberto, Mussi); - Da studio Emilio Fede afferma di essere assolutamente contrario al fatto che Mediaset non abbia in palinsesto dei programmi del tipo Satyricon; - Servizio sui malati di Aids soprattutto in Lombardia; - Filmato sullo sciopero del giorno successivo dei piloti Alitalia; - Filmato di un autobus bruciato in Campania per il fuoco appiccato dai disoccupati; - Da studio Fede rende nota una dichiarazione di un Generale dell'Esercito secondo cui il tritolo usato per la bomba di Roma non è facilmente reperibile in Italia, ma è solitamente originario delle regioni balcaniche; - Fede porge i suoi auguri pasquali ad una donna che oggi compie 105 anni |
29.1 La
fuga del turista
Chiaramente
il turista, chiamiamolo James Smith, avrebbe da poco iniziato a disfare le valigie
ascoltando e osservando distrattamente il servizio del telegiornale. Osserviamo
in che modo potrebbe reagire:
Con
le camicie in mano diretto ad un cassetto, dove ha visto abbastanza spazio per
riporle in ordine, mister Smith sente queste parole: "Fuoco di sbarramento"
verso Berlusconi "come mai si era visto in passato". Dopo poco si
aggiunge la voce del giornalista Pascotto che inquadrato al posto di Fede annuncia
"bomba rossa" e quindi "nuove brigate rosse".
Con
la bottiglia del dopobarba in mano, l'uomo che si chiede per quale motivo l'aveva
presa, viene attratto da poco rassicuranti immagini di luoghi devastati dall'esplosione.
A
questo punto il povero Smith si cosparge il viso del liquido per concedersi
un gesto rassicurante. Poi però sente parlare di Mafia e di Strage di Via D'Amelio
apprendendo che qualcuno avrebbe interesse ad attribuire a Berlusconi tali crimini.
Subito dopo, sconcertato, realizza che in Italia siamo a un mese dalle elezioni.
Emilio Fede infatti afferma che il clima preelettorale, troppo teso, potrebbe
indurre a perpetrare azioni di violenza e terrorismo. Lo stesso giornalista
rammenta le gambizzazioni di Montanelli e Emilio Rossi e il periodo degli anni
di piombo.
Al
turista che decide di farsi una doccia e sta per un po' sotto l'acqua scrosciante
viene risparmiato il seguito di quell'esposizione del tg4. Non sa cioè, il nostro
James, che la Corte dei Conti boccia il ministro Bassanini, mentre un altro
ministro, cioè Willer Bordon viene smentito dal Governo. Non arriva a sapere
che gli Ulivisti litigano e che esiste un paese dove la gente è seppellita dall'immondizia.
James Smith esce dal bagno rinfrancato. Si strofina addosso l'accappatoio pregustando
una cena all'italiana e magari un'avventura con un'affascinante donna latina.
A questo punto le sue fantasie erotiche vanno a scontrarsi con la dura realtà
presentata dal tg che comunica l'aumento dei malati di Aids soprattutto in Lombardia.
Smith
segue il filmato che approfondisce la brutta notizia mentre sta riponendo nel
cassetto camicia e cravatta di lusso che avrebbe voluto indossare.
"Le
passeggiate per la città, le visite ai musei", egli pensa, "sono altrettanti
buoni motivi per apprezzare questo viaggio di piacere verso il bel Paese".
Il suo desiderio consolatorio però si interrompe perché un filmato mostra un
autobus bruciato da disoccupati in sciopero. All'uomo sorgono dubbi sulla salubrità
delle passeggiate in città. . E' vestito di tutto punto, ma ha ormai
perso l'appetito. Ordina un toast in camera e lo mastica nervosamente
osservando in cagnesco il giornalista spiegare che un generale dell'esercito
italiano ha dato notizie sui detonatori usati dagli attentati. "Sono parti
di bombe - egli dice- provenienti probabilmente dai balcani perché attribuibili
ad un certo tipo di terrorismo rosso". Ed è rosso in faccia anche il signor
Smith che ha un boccone del toast per traverso. Tossisce, riesce a deglutirlo
e continua a tossire. E mentre tossisce apprezza questa possibilità che gli
viene offerta di non seguire il tg di Fede. Dopo un po' torna la calma. James
si asciuga la fronte, si toglie le scarpe e si sdraia sul letto stanchissimo.
Il suo rilassamento dura però la frazione di pochi secondi perché già la voce
del tg lo raggiunge comunicandogli che a partire dal giorno dopo uno sciopero
dei piloti Alitalia fermerà le partenze e creerà disagi ai viaggiatori.
James
Smith a questo punto, scatta come una molla. Va riprendersi le quattro camicie
dal cassetto e le ributta malamente in valigia. Riprende il dopobarba, ma per
la fretta la boccetta gli cade frantumandosi sul pavimento. Una scheggia di
vetro gli ferisce un piede perché James scalzo vi cammina sopra. L'uomo taglia
una striscia da una camicia nuova e si benda la parte sanguinante. Si infila
calzini, scarpe e telefona all'aeroporto. Prega il suo santo protettore di poter
trovare posto in aereo. Nell'attesa che l'impiegata addetta consulti le prenotazioni
in lista, osserva la pubblicità. Le immagini della Cocacola gli fanno sentire
nostalgia di casa. E' appena arrivato ma ha le lacrime agli occhi per la paura
di non trovare posto. Guarda le goccioline scorrere sulla lattina ghiacciata
e si accorge di avere una sete tremenda. Apre il piccolo frigo e trova una bottiglia
di minerale. Beve e si rasserena un po'. Riprende a seguire la pubblicità e
riesce a stare calmo fino a quando rivede con preoccupazione il mezzo busto
di Fede. Ascolta altre notizie. Altre brutte notizie di un'Italia inquietante.
Un attacco di tachicardia lo assale. "Pronto signorina, lo ha trovato si
o no un posto per me?"
"Certo
mister Smith. Lei se vuole può prendere il volo di ritorno per New York delle
ore 23, 50. Vuole prenotarsi?"
"Sì
- dice James. Poi ripete - yes, thank you!"
"Ok",
risponde l'impiegata e continua a fare il suo lavoro, ma non ha ancora finito
di inserire i dati nel computer, che il malcapitato James è già nell'ascensore.
Con un calzino che fuoriesce dalla valigia chiusa in fretta, i capelli arruffati
e un pezzo di pane del toast sbriciolato sulla giacca.
Non
importa. Domani sarà a casa e in salvo.
.
29.2
Fingiamo un tg in Par condicio
Esempio: ( trasmissione simulata di notizie vere) 1. Presentazione
del sindaco Tajani a Roma all’htl. Hilton mancava Bossi. Erano presenti
Casini, Fini, Berlusconi Buttiglione. Alcuni esponenti dei Democratici
hanno sostenuto che si vergognano di Bossi che fino a poco usava lo slogan
"Roma ladrona"; 2. Il
meridione ha vinto la gara dell’export. Dal rapporto annuale Istat emerge
che il meridione ha fatto registrare una crescita del 7% nell’anno 2000
con un picco in Calabria del 33’7%. Il ministro dell’industria Letta ha
commentato che l’economia del sud si è messa in moto; 3. Banchitalia
ha stanziato 250 miliardi per il passaggio all’euro. Finalmente è alle
porte la moneta unica voluta dal centrosinistra che ha raggiunto il proprio
obiettivo; 4. Il
ministro del tesoro Vincenzo Visco afferma che il Polo aumenterà le tasse.
Il programma fiscale di B. potrebbe inconsapevolmente portare ad un aumento
delle tasse piuttosto che alla riduzione annunciata; 5.
Nonostante l’ottimismo del premier prima di essere eletto, l’economia
thailandese appare in flessione. Lo scrive l’autorevole quotidiano britannico
Financial Times. Vi ricordiamo che Tharskin, premier attuale della Thailandia,
magnate dell’editoria e del settore televisivo aveva promesso un forte
sviluppo economico per il paese asiatico; 6. Il
quotidiano statunitense International Herald Tribune sostiene che un’eventuale
elezione a premier di Silvio Berlusconi potrebbe comportare ripercussioni
negative dal punto di vista economico per tutta Europa; 7. Gli
italiani preferiscono gli ospedali pubblici. La sanità privata non è migliore
di quella pubblica. Almeno stando al rapporto annuale sui ricoveri ospedalieri
del ’99. Pur non disdegnando le strutture private, gli italiani preferiscono
gli ospedali pubblici nel 90% dei casi , dove si sentono più sicuri; 8. Si
è svolto un incontro tra il questore di Roma Finazzo e una rappresentanza
dei portieri degli stabili della capitale. I portieri sono stati definiti
cittadini qualificati e invitati a continuare nella loro opera di prevenzione
nei confronti degli sconosciuti che gravitano attorno ai palazzi; servizio
con immagini tratte dai film in bianco e nero( Totò, ) in cui si precisa
com’è familiare la figura del portiere; 9. Roma
si rifà il look artistico : presentato alla galleria colonna dalla sovrintendenza
ai beni storici di Roma Claudio Strinati il restauro della venere di Michele
di Ridolfo del Ghirlandaio e del monumento ai borghesi di Calais di Auguste
Rodin. Collezione patrizia le più prestigiose della città; 10.
Ci chiedono di trasmettere il discorso di Berlusconi alla Confindustria
per la parte relativa alle cosiddette "missioni", per rispetto
della par condicio dovremmo trasmettere anche una parte del discorso di
Rutelli sulla tregua fiscale finalizzata all’aumento degli investimenti
e quindi dell’occupazione; 11. Servizio sulla Par condicio e intervista a Rutelli di 1’ 19’ dove il candidato a premier dichiara che gli esponenti del centrodestra vorrebbero che tutto venisse ricondotto alla caserma Berlusconi, altro che casa delle libertà! Dove chi ha diritto di parlare è solo lui; 12. Condanna
Mondadori - il giudice unico di Cles (Trento) Claudia Miori ha condannato
Giancarlo Lehner a 60 milioni di risarcimento per il reato di diffamazione
aggravata a mezzo stampa nei confronti di Francesco Saverio Borrelli,
Pier Camillo Davigo, Gherardo Colombo, Francesco Greco e Ilda Bocassini.
Leher era imputato per 23 frasi contenute nel libro "Attentato al
Governo Berlusconi" pubblicato da Modadori e distribuito attraverso
Panorama nel luglio del 97; |
Nel primo esempio di trasmissione al tg4 dimostra come si è tracciato un percorso obbligato attraverso il quale il telespettatore si rende conto di una serie di problematiche della sua esistenza dovute al malgoverno del centrosinistra e tra tante negatività c’è la notizia di Mediaset positiva, in attivo, in piena floridità dovuta al gruppo che se ne occupa. Il messaggio è : "Se Mediaset si occupasse del Governo sarebbe tutto più positivo".
Alcuni
personaggi della destra affermano non si deve comparare il lungo tempo di trasmissioni
che Emilio Fede dedica al suo datore di lavoro o alla di lui causa, perché il
numero di telespettatori che lo seguono è minimo, quindi il suo tg non può influire
sugli esiti della campagna elettorale. Tutto ciò non è esatto perché Fede
va a gettare l'amo in un privilegiato bacino di consensi che nessun altro politico
oltre Berlusconi può ottenere.
Partiamo
dai dati dell'osservatorio di Pavia, dove risulta che B dai suoi tg e da quelli
in Rai abbia una visibilità notevolmente superiore al suo avversario candidato
premier Rutelli. E questo è una inconfutabile maggiore opportunità in senso
quantitativo che il candidato della destra ha rispetto a quello del centrosinistra.
Ma ammesso pure che i tg di maggiore ascolto riuscissero a dividere la loro
attenzione in misura paritaria, esiste il tg4 a creare una incolmabile discrepanza
tra le due parti.
Emilio
fede può contare su qualche centinaia di migliaia di ascoltatori al giorno.
Sono sempre gli stessi? Per l'80% sì, per il 20% no . Vogliamo dare un peso
a questa variabile del venti per cento? In cinque giorni la variabile costituisce
un nuovo serbatoio di ascolto. Ossia, non solo il tg di Fede ha un gruppo di
affezionati al suo programma, ma esiste anche una diffusione a medio termine
di un ulteriore 100% di share diverso dall'originario. Sommando il tutto è facile
capire che tipo di "par condicio”offre
il tg4.
Perché
se è pur vero che molte persone non prendono in considerazione Emilio Fede,
occorre pensare che, per contro, tanti altri lo seguono volentieri, specie le
donne come si è detto; per il clima
colloquiale che il giornalista crea durante l’esposizione delle notizie. Ora,
possiamo scrivere tante cose per denigrare un giornalista “parziale” come Emilio
Fede; non si può certo affermare però che egli sia uno sprovveduto e che non
conosca il suo mestiere. E’ forse l'unico ad aver iniziato la professione a
quattordici anni (più precocemente ancora di Enzo Biagi che cominciò a diciassette)
e di gavetta ne ha fatta tanta prima di diventare direttore di tg in Rai e poi
a Mediaset.
Il
senso di appartenenza che Fede suscita
nel suo target d’ascolto è conseguente ad una ricercata e confidenziale maniera
espositiva delle notizie. Attraverso questo clima le cose dette hanno un’incidenza
maggiore che in altri modi di fare informazione. Tanto maggiore quanto più le
persone, in periodo elettorale, sono dubbiose sulle scelte da fare.
Non
c’è nulla di nuovo sotto il sole, o meglio “sotto i riflettori”. Già dai tempi
di Eisenhower si comunicava ai cittadini un clima di fiducia per influenzarli
sulle scelte. Erano gli anni Cinquanta e si incominciava a considerare per la
prima volta i candidati "una merce", le campagne elettorali "vendite
promozionali" e l’elettorato "un mercato".
Successivamente nel 1960 le elezioni furono una sorta di rifacimento
del romanzo avveniristico di John G. Scheider, un tecnico pubblicitario ritiratosi
dagli affari. Nel romanzo satirico, scritto nel 1956, la presidenza veniva considerata
un prodotto come tutti gli altri, da smerciare mediante una strategia pubblicitaria
di provata efficacia. E le elezioni quindi, si trasformarono in una titanica
lotta tra due grosse agenzie pubblicitarie: La Reale e Bratton, per i repubblicani,
la BS&J, per i democratici. E al candidato Henry Clay Adams, convinto di
dover fare all’elettorato un discorso sulla politica estera americana in rapporto
alla crisi atomica, Blade Reade suo agente pubblicitario, disse, che se intendeva
far colpo sugli intellettuali e sugli studenti della Columbia University lo
poteva fare durante il tempo libero; ma le ore di trasmissione Tv dovevano essere
impiegate diversamente. Poi aggiunse: "Non dimentichi mai il suo
mercato, caro signore!" Il suo mercato è fatto da quaranta o cinquanta
milioni di gonzi che se ne stanno seduti in casa e bevono tutto quello che lei
gli propina per radio o per televisione. Ci pensano mai all’atomica questi
poveri imbecilli? Neanche per sogno! Pensano al conto del droghiere!".
Leggendo queste frasi ci accorgiamo che nulla è cambiato nella lotta alla conquista del mandato a governare. Il “marketing psicologico” inventato in quegli anni è la base su cui si sono ispirati per decenni gli specialisti delle campagne elettorali.
Piccola nota: 13 aprile 2001 il New York Times intervista Berlusconi e riporta una sua considerazione sulla campagna elettorale: "
But in an election campaign we do not discuss the programme because it
doesn't bring us votes" |
29.3 Il sentiero scivoloso
Le
notizie del disagio, esempio n. 2: 1) Nel TG4 delle ore 19.00 del 14 marzo 2001, si descrive in termini estremamente negativi la zona di Roma in cui è avvenuta la tragedia della piccola Carmela di due anni, rimasta uccisa in un rogo all’interno di una roulotte ("si tratta di una zona alle porte di Roma in cui decine di famiglie vivono senza casa, senza nulla"). Si precisa che nei dintorni vi sono delle case di proprietà del Comune di Roma in cui numerose altre famiglie vivono da anni in condizioni fortemente disagiate, sebbene si fosse dovuto trattare di una soluzione assolutamente temporanea; 2).
Il servizio, che pure viene presentato da quasi tutti i telegiornali allo
stesso modo critico, viene preceduto, nel caso del TG4, da un servizio
sul fiume Tevere altrettanto negativo. Viene intervistato un vigile del
fuoco che avverte dai rischi di leptospirosi e salmonellosi (per i quali
egli stesso, talora, è costretto a sottoporsi durante gli interventi di
salvataggio che gli impongono peraltro il ricovero in ospedale dove gli
somministrano antibiotici) e si comunica che facendo un giro dalle parti
dell’isola tiberina, si rinvengono solo topi e "baracche di extracomunitari
mimetizzati tra le canne". 3) I dieci secondi di Berlusconi al TG4 serale, sono il risultato di due insert, di 4’’ ("Credo che tornerò ad occuparmi del Milan") e 6" (vecchia dichiarazione che si vuole far risalire al periodo antecedente l’epoca d’oro del Milan: "Il nostro compito è molto facile, dobbiamo fare del Milan la squadra più forte d’Italia, d’Europa e del mondo") con i quali si rende efficacemente l’idea di una persona capace e impegnata che, per amore del Milan, riesce a trovare spazio nella propria "fitta agenda di impegni" pur di risollevare le sorti dei una società calcistica in difficoltà, come già avvenuto in passato. 4)
I tre secondi di Di Pietro sono all’interno della rubrica ironica denominata
"Grandi fratelli (coltelli)". 5)
Il gruppo Mediaset prende posizione, per bocca del suo Presidente Confalonieri,
sul caso "Satyricon" condannando duramente l’accaduto. 6)
Traendo spunto da un incidente verificatosi in una gita, un servizio di
Studio Aperto delle ore 12.30 affronta il tema dell’evoluzione del concetto
di gita scolastica (un tempo era di un solo giorno e copriva un raggio
di massimo 100 km. , oggi dura in media 5 giorni e si va spesso all’estero).
[chiave di lettura: Mediaset difende i valori tradizionali]. 7)
In un servizio privo di insert sul caso "Satyricon", Studio
Aperto delle 19.30 bolla come INGRATI il quartetto composto da Travaglio,
Freccero, Luttazzi e Santoro (la trasmissione di Santoro andrà in onda
solo la sera). 8
) Intervento al telefono di Silvio Berlusconi nella trasmissione televisiva
"Il raggio verde" (RAIDUE ore 21.00) sul caso "Satyricon",
ospite sen. Antonio Di Pietro. |
29.4
Studio Aperto: 12 aprile 39967: Servizio di Stefano La Marca sul disappunto manifestato dai cittadini di Napoli per il rincaro delle assicurazioni sugli scooter (immagini di Napoli e interviste tra la gente); 39968: Servizio ironico di Gigi Sironi sul caso "Radio Vaticana" in cui si mostrano immagini del Governo in rinione con rissa (artificiale) di sottofondoTG5 - Nei titoli: "Berlusconi - Rutelli alla guerra dei libri"; servizio di Carmelo Luciano sulla presentazione da parte di Berlusconi di un libro che racconta la sua vita al quale - nel servizio - ne viene contrapposto un altro ("Rapporto sull'Italia") riguardante Rutelli: il servizio individua le similitudini e le differenze tra i testi nei seguenti aspetti: 39982: La famiglia di Berlusconi è reale mentre quella di Rutelli è politica (riferendosi cioè all'Ulivo) |
E'
IL PRIMO TG IN REGIME DI PAR CONDICIO
Emilio Fede: Allora, adesso parliamo di politica, ricordandovi innanzitutto, con il nostro calendario, quanti giorni mancano alla data del voto, ricordandovi che si vota domenica 13 maggio e si vota soltanto nella giornata di domenica 13 maggio: mancano 29 giorni. Laa.. ricordandovi anche che da ieri, ce lo ricordiamo da soli, ve lo ricordiamo anche a voi, da ieri sono scattate le norme della cosiddetta "Par condicio" che dovrebbero regolare il mondo dell'informazione. Vogliamo far vedere...? Abbiamo il bilancino... In realtà potranno regolare - e parlo di queste norme - si e no soltanto quello che è la informazione televisiva. Quotidiani e settimanali non ne tengono in alcun conto. Lo dico, la mia è un informazione su base reale. Perché? Nei giornali ci sono, sì, mediamente, sulla gran parte dei giornali, dalle 20 alle 30 e, nelle giornate proprio di grande generosità, anche 40 notizie, eh, che riguardano Berlusconi. Cioè, sono contro Berlusconi. E nessuna contro Rutelli. Eeeh... come si dice? Provare per credere? Leggere per credere! Comunque, noi tentiamo da oggi, invece, di essere rispettosi. Allora: Silvio Berlusconi, a Silvio Berlusconi dedica oggi un ampio ritratto-intervista il prestigioso quotidiano americano, il New York Times. Il giornale valuta positivamente la possibilità che il leader della Casa delle libertà venga chiamato dal voto popolare, quindi alle elezioni, a governare il paese e a lui toccherebbe così per la seconda volta: lo ha governato già negli anni passati. "Negli ultimi sette anni - scrive il giornale - l'Italia e Berlusconi sono cambiati in meglio. Entrambi - sottolinea ancora il giornale - sono più tranquilli, meglio organizzati, più in sintonia con l'Europa. Berlusconi - fa rilevare ancora il giornale - è in una posizione molto più avvantaggiata per governare rispetto al 1994, quando, appunto, fu chiamato al primo governo di Forza Italia. Ha trasformato Forza Italia - conclude il giornale - in un vero partito, con un'organizzazione di base e candidati credibili. Ehm... diamo... diciamo... abbiamo rubacchiato, se così si può definire, alcuni passaggi di un'intervista che Silvio Berlusconi ha rilasciato al tg2, telegiornale eeeh...tg2 RAI, che sarà trasmessa nel tg2 alle 20,30, stasera. Alla domanda: "di chi la colpa per i toni aspri di questa campagna elettorale?" Berlusconi ha risposto: "bisogna chiederlo alla Sinistra, che ha scelto come strategia quella di attaccare l'Opposizione e soprattutto il suo leader, accusandolo, fra l'altro, anche attraverso la televisione pubblica, di essere il mandante di assassinii, il mandante di stragi mafiose e via via dicendo... e costringendoci - dice Berlusconi - praticamente alla difesa, senza potere avere il modo di raccontare invece agli italiani la cosa più importante: qual è il nostro grande progetto di modernizzazione e di cambiamento del paese". C'è poi una seconda domanda: Qual è, qual è la differenza più grande tra i due schieramenti? Berlusconi ha risposto: "Il programma che la Sinistra presenta, altro non è che l'elenco di ciò che la Sinistra aveva promesso di fare e che non ha fatto, essendo al governo oramai da cinque anni. Da parte nostra - ancora... ha detto ancora Berlusconi - c'è invece un grande programma, articolato in cinque grandi missioni e credo che gli italiani a questo dovrebbero porre attenzione e dovrebbero anche chiedersi se in questi cinque anni hanno pagato meno tasse, se è diminuita la criminalità, se si sentono più sicuri nelle loro città, se ci vuole meno tempo per avere una visita specialistica, un intervento chirurgico in un ospedale pubblico". Emilio Fede:Ed eccoci al rispetto del bilancino, della par condicio, abbiamo parlato di Berlusconi... adesso parliamo... del centrosinistra: dobbiamo parlare e parliamo di Francesco Rutelli che del centrosinistra è il leader. Dunque, Rutelli prosegue il suo giro elettorale, da nord a sud, quindi in treno, qualche volta in aereo, spesso in auto, qualche volta anche a piedi. Ha incontrato le categorie, ha incontrato i sostenitori semplici e i sostenitori privilegiati. Oggi è andato in Toscana, con una lunga sosta a Pisa, dove si è interessato alle condizioni delle Torre di Pisa che, come è noto, pende. E ancora non si è trovato il modo per non farla pendere di più. Rutelli ne ha discusso con gli esperti, esperti del problema del pendolarismo dellaaa... della... della... della Torre; anche se filtrano scarse indiscrezioni, sembra essersi impegnato - Rutelli - a inserire, nel programma del suo governo - se andrà a governare - un progetto serio perché... che faccia pendere di meno la torre [...] Emilio Fede: ...No, va be, ma insomma... voglio dire... Sì, c'è ancora un'aggiunta per quanto riguarda, per dovere di obiettività: Cosa ha detto Rutelli a Pisa? Francesca Senette: Ha detto: "Sono qua per vincere ma bisogna dare battaglia". Emilio Fede: Bene, noiii... eeeh... ci occupiamo di un'altra via crucis... |
Durata
del tease di E. Fede su Silvio Berlusconi: 3',01"
Piccolo
commento di chi scrive: |
.
Ieri
mi è capitato di discutere con una collega. "Abbiamo paura di uscire di
casa - mi diceva -Vengono in Italia un sacco di delinquenti che minacciano le
nostre case i nostri, figli, la nostra vita. E' ora di finirla.
Ero
perfettamente d’accordo con lei sull'ingresso in Italia di clandestini. La mia
amica insisteva dicendo di sentirsi insicura ed era ingiusto poiché che solo
in Italia abbiamo questo pericolo così imminente. Le ho spiegato che risulta
da studi statistici che Roma è la città più sicura d'Europa. Che i delitti sono
diminuiti e che negli ultimi anni si sta facendo il massimo per risolvere il
problema dell'immigrazione clandestina.
Le
ho chiesto: "Questa tua paura non credi che derivi dalla propaganda che
Forza Italia fa tutti i giorni in con televisione e stampa?”
Non
ha saputo rispondermi ma ha pensato a quanto le ho detto.
Spero che mediti e comprenda che facendo leva sul senso di insicurezza,
sulle ansie delle persone gli si fa intravedere, per propaganda politica, un
possibile governo di destra che sistema tutto; caccia fuori dall'Italia da un
giorno all'altro gli abusivi, mette filo spinato alle frontiere, e come nelle
favole, con un colpo di bacchetta magica risolve ogni problema.
Peccato
che la questione è un po' più complessa di così.
I
comunicatori delle televisioni sanno queste cose e qualcuno se ne serve anche
talvolta in maniera troppo palese. Chiara per chi ha voglia di osservare e di
annotare, ma oscura per molte persone che seguono il telegiornale senza porsi
troppe domande.
E
è sempre il solito metodo quello adottato da Emilio Fede .....
La
propaganda televisiva non si misura solo in tempo di visibilità. C'è un'infinità
di modi per trasmettere messaggi finalizzati alla vendita di un prodotto. La
persuasione
palese
od occulta che opera sulle tv può
arrivare a limiti estremi di sofisticazione fino ai messaggi ad incastro, messaggi
subliminali, che vanno "infilati nel cervello".
Dipende
dal target se si riesce a far passare per tg certi collage tra notizie ed immagini
che sono trasmesse per creare un impulso di rifiuto in chi ascolta. E’ spesso
usata la solita tecnica dell’accostamento per contrasto o analogia tra notizie.
A partire dai quiz bongiorniani, fino ai Tg5 che spesso si arrampicano un po’
per trovare legami tra notizie da dire in sequenza.
Tra
tutti il più facile da leggere è il TG4 di Emilio Fede:
Analizziamo
prima la durata di questo TG comparato a tutti gli altri della stessa fascia
serale. Tradotto in "contenuti" scritti che danno il senso della durata
meglio di ogni altro parametro, dirò che il giorno 21 marzo, di mercoledì il
Tg 3 si traduce, per ciò che riguarda la comunicazione politica, in n. 13 righe.
Il Tg Lazio in due righe,
il
Tg 5 in 5 righe, il TG 1 in 15 righe, Studio aperto 5 righe, il Tg 4 in 37 righe.
Ma
per meglio spiegare occorre analizzare come questo tg presenta le notizie.
Congeda dicendosi in attesa di andare nel satellite come chiede una parte della
Sinistra (leggi: dipende da voi se la floridità di Mediaset si trasferisce a
tutta l'Azienda Italia. E altrettanto da voi dipenderà il mio futuro e di tutti
gli anticomunisti)
Qual
è il messaggio in questa panoramica di disastri? Dove si focalizza la speranza
di cambiamento? Naturalmente su Mediaset. Sulla "Forza del gruppo",
presentata come esempio di particolare floridità, estesa a tutti coloro che
ne fanno parte. Il proprietario di questo luogo felice è Berlusconi. Si deve
a lui quindi l’affermazione del gruppo Mediaset. Di conseguenza chi desidera
che questa serie di negatività abbia a cessare deve scegliere lui a capo del
gruppo di governo. Così facendo l’Italia diventerà, così come lo è Mediaset,
un luogo di successo, uno stato florido.
L’industria
dell’ottimismo, anche questa di vecchia data, è il cercare di mettere in evidenza
l’aspetto positivo di cose persone e situazioni rapportate al voto ed alla scelta
degli elettori